Con la sesta puntata di The Sandman copriamo due numeri del fumetto separati tra loro, uno è The Sound of her Wings, appunto, e l’altro è Men of Good Fortune.
Il Sandman aka Picciono dovrebbe sapere bene cosa si dà da mangiare ai piccioni, invece lo troviamo sulla panchina di un parco con una baguette in mano che piano piano spezzetta e lancia alle bestiole.
NON SI DÁ IL PANE AGLI UCCELLI! Per favore non fate come il Picciono.
Chiaro che gli uccellini lo mangiano, ma non significa che possano. Fa molto male.
A dire il vero il pane fatto come si fa oggi fa male pure a noi, ma va beh… Date semini, frutta secca, mangime per i canarini, che ne so, ma non ingozzateli di pane.
Ad ogni modo il Picciono è lì con un muso lungo da picciono che farebbe tristezza a chiunque. Arriva una bella ragazza e si siede accanto a lui. E comincia a parlargli!
A non conoscere la storia uno dice, ma con tutti quelli che c’erano al parco tu proprio con questo qui devi attaccare bottone, che è affabile come una pozzanghera ed emana simpatia come il discorso di fine anno del presidente? Poi guardalo, sembra la morte dei tarocchi…
Ma quando si scopre che la ragazza è Morte (Death), una degli Endless, tutto torna.
Death è la sorella del Sandman e comincia a cazziarlo come solo una sorella sa fare.
Un validissimo motivo per insultarlo è che lui non ha visto Mary Poppins e dovrebbe solo vergognarsi.
La prima parte della storia, in particolare il dialogo sulla panchina e addirittura le inquadrature sono prese pari pari dal fumetto.
Il Picciono è abbattuto perché non sa cosa fare di se stesso; si è vendicato di Alex, ha ripreso i suoi oggettini e adesso che ha compiuto le sue side missions perfino tornare alla sua missione principale, al suo purpose, non gli dà gioia.
Interessante notare che, pur essendo una creatura al di là del tempo e della conoscenza umana, il Sandman ambisce ad una sorta di felicità, di soddisfazione interiore, che è squisitamente umana.
Pur mancando spesso di empatia e di compassione verso gli umani, prova e vuole provare emozioni umane.
Il sentirsi vuoti perché non si ha uno scopo da perseguire è sentimento umano e il fatto che lo provi perfino un immortale con un compito importantissimo un po’ rincuora, devo dire.
Però fa anche incazzare, tesoro mio Picciono.
Ma di che cazzo ti lamenti? Ti tirerei una testata e anche un calcio nelle ciappet (come direbbe Lara). Alza il culo dalla panchina e vai a fare quello che devi, cretino, potessi avere io il compito che hai tu.
E infatti questa è la reazione di Death alle lagne del fratello.
Lo cazzia perché non è lui stesso a cercarsi qualcosa da fare. Con tutte le possibilità che ci sono pare proprio impossibile che lui si senta così.
Poi io sui sentimenti non discuto mai, perché non puoi dire a qualcuno di non sentirsi come si sente, è da idioti. Però, cazzo, tu sei il Picciono re dei sogni e degli incubi, non ti è concesso di non sapere cosa fare della tua vita, dai.
Allora, siccome Death ha da fare e non è che può star lì un pomeriggio intero a provocare un blocco intestinale a tutti i piccioni del circondario, fa tirare su il culo al Sandman e lo porta in giro con lei a vedere qual è il compito della Morte.
Fino a qui, se non avete letto il fumetto, voi non sapete chi è questa ragazza. Quindi sentire un ragazzo dirle flirtando “Quando posso rivederti?” e lei rispondere “Presto” non dà la stessa sensazione che vi darà riguardandolo.
La breve interazione, sapendo che lei è Morte, mette i brividi. Il ragazzo le sorride felice, Dream osserva con un’espressione incredula, persa.
Il Sandman è affascinato dal compito della sorella e non capisce bene perché gli esseri umani temono e non desiderano la morte, è una cosa così naturale e giusta.
Per Morpheus tutte le leggi devono essere rispettate e apprezzate. Un umano che non desidera la morte non è un umano corretto.
Fratello e sorella cominciano a passeggiare e mentre chiacchierano scopriamo che in assenza di Dream è stato fatto un pranzo di famiglia e che Desire sembrava contentǝ di non avere il fratello tra i piedi.
Tra questi due c’è un’acredine che manco tra i concorrenti del Grande Fratello…
Nel fumetto una sorta di accenno al motivo per cui Desire non può vedere Dream comincia a trapelare, anche se io non sono molto d’accordo con la visione proposta.
Ad un certo punto della storia di Nada, la donna delle First People di cui il Sandman si era innamorato, c’è questa frase “Love is no part of the Dreamworld. Love belongs to Desire and Desire is always cruel.” (L’amore non ha posto nel mondo dei sogni. L’amore appartiene al desiderio e il desiderio è sempre crudele.)
Forse la più semplice delle spiegazioni è che Desire è crudele e basta, però per me è poco e non sono d’accordo con la frase sopra, in ogni caso.
Penso che verrà fuori molto di più sull’argomento, ma per ora nella serie non sappiamo abbastanza.
Arriviamo alla palazzina dove Death deve andare a prendere la vita di Harry, un anziano musicista.
Il passaggio di Harry è toccante; l’uomo, per quanto anziano e malato, non vuole andare via.
Non fa scenate e non si impunta, non è previsto, non avrebbe senso, però si vede che non vuole andarsene.
E questa visione della morte come qualcosa che, seppur inevitabile, si fa fatica ad accettare è apprezzabile, dal mio punto di vista.
Fa sentire meno soli.
Anche il personaggio di Hob rafforzerà questa idea e, come più volte ho detto, trovo brillanti le idee che Gaiman condivide su certe cose inevitabili della vita.
Poi questo scambio (preso identico dal fumetto) mi fa impazzire.
Harry: So I’m dead, now what? (Quindi sono morto, e adesso?)
Morte: Now’s when you find out. (Adesso è il momento di scoprirlo)
Il mondo di The Sandman fa supporre che ci sia molto a cui guardare dopo la morte.
Cavoli, fa supporre perfino che la morte possa essere evitata, che ci siano eccezioni, che ci siano compiti più alti da svolgere una volta che la vita sulla terra è conclusa.
E questo mondo aiuta a vedere la morte come una creatura che deve fare il suo lavoro e che nel farlo spesso può apparire spietata.
La morte invece va e prende ma non ha secondi fini, non dà spiegazioni. È arrivata la tua ora, andiamo. E questo è quanto.
“It is as natural to die as it is to be born” (É tanto naturale morire quanto lo è nascere) dice Dream.
Eppure gli esseri umani sono felici di nascere come fosse qualcosa che hanno fatto da soli, come l’avessero realizzato loro, mentre sono feriti e spaventati quando muoiono.
Nascere e morire dovrebbero creare lo stesso tipo di disagio, lo stesso stupore, lo stesso timore, ma la fine dell’avventura terrorizza molto più dell’inizio.
Il Sandman osserva impassibile ciò che fa la sorella, più impassibile della sorella stessa che invece mostra comprensione e compassione per le persone che deve accompagnare.
Perché per il Sandman tutto ciò è normale e DEVE essere accettato, le regole DEVONO essere rispettate.
Gli esseri umani ci devono stare e basta, senza lagnarsi, senza fare storie.
Death invece sta mostrando al fratello che, anche se le regole devono essere applicate, non c’è nessun buon motivo per non applicarle con un minimo di empatia e comprensione.
È significativo che tutto il discorso sulla similarità tra nascita e morte viene fatto mentre Death si prende la vita di un neonato.
Lei dice al piccolo, mentre lo prende in braccio, “That’s all you get little one” (Letteralmente Questo è tutto ciò che avrai, piccolo ma il significato più chiaro è Questo è quanto, non è previsto che tu abbia altro)
Quanto dice questa scena in così poco, quanto colpiscono queste poche parole.
Anche chi si è affacciato alla vita da poche ore non è dispensato dalla morte, figuriamoci gli altri.
La morte è proprio il punto della vita dove siamo tutti uguali, è la livella, come diceva Totò.
E preferisco com’è stata resa questa scena in The Sandman serie, dove basta la voce della madre che chiama il bambino e poi il silenzio per capire cos’è successo, non serve altro.
Come detto, però, ci sono certe eccezioni alla morte, in questo mondo.
C’è l’eccezione di Mad Hettie che abbiamo visto qualche puntata fa e che è in vita da molto, molto tempo e poi c’è Hob, progetto di Dream per comprendere cosa gli umani pensano della morte.
All’inizio più progetto di Dream to make a point, ma vedremo come Hob smantellerà quel point fin dall’inizio.
Sì perché la difficoltà del Sandman è appunto comprendere perché gli umani non accettano con la stessa gioia il dono della vita e il dono di sua sorella, la Morte. Sono doni entrambi.
Il Picciono è dispiaciuto del fatto che sua sorella è sola come lui nello svolgere il suo compito.
E non si spiega come mai Death sia così pronta a sorridere con dolcezza ed essere gentile con ogni creatura che si porta via.
Perché sei così vicina a loro, perché li tratti con tutta questa cura?
Credo che Dream si consideri e consideri gli Endless superiori agli umani.
Vedremo che anche con Hob verrà fuori questo suo lato arrogante e superbo.
Quindi alla sorella chiede perché tutta questa empatia nel far rispettare una legge che tanto gli umani devono rispettare lo stesso, stare zitti e basta.
Death gli risponde che lei non è sola affatto.
Che mentre svolge il suo compito c’è sempre lì con lei la creatura che si sta portando via, e perché non farlo con un sorriso?
Perché, se tanto devono andarsene, non possono farlo vedendo come ultima cosa un viso sorridente e dolce invece che indifferenza?
Nessuno degli Endless è solo mentre svolge il proprio compito, perché loro esistono per servire gli esseri umani e hanno bisogno degli esseri umani tanto quanto gli esseri umani hanno bisogno di loro.
Quindi it’s not about the quest, the purpose is the function. Non è una questione di missione, lo scopo è la funzione.
In pratica non stare lì a cercarti missioni da compiere, Picciono, lo scopo per cui sei stato creato è la funzione che devi svolgere.
Il perché sei stato creato lo scopri facendo ciò che sei stato creato per fare.
Il Picciono pare apprezzare la chiacchierata con la sorella anche se ancora secondo me non l’ha capita tanto bene.
Nel profondo comprende, però la sua natura gli farà fare ancora cose in apparenza brutali e indelicate agli occhi di un umano.
Intanto, pieno di buoni propositi, vuole andare a sistemare qualcosa che si è guastato anni e anni prima.
Prima ci tengo però a dirvi la mia sull’arroganza e la superbia di Dream nei confronti degli umani.
Ha ragione.
Punto.
Posso ovviamente criticarlo e dirgli che è permaloso come la merda ed è un Picciono da prendere a badilate in faccia, ma per come la vedo io è superiore sì agli esseri umani.
E che lui ci metta millenni a comprendere che c’è modo e modo per dimostrare la superiorità senza per forza comportarsi da merda ci sta.
Ci vuole il suo tempo.
Agli umani non lo concedo, perché vivono troppo poco per essere dei superbi di merda.
Ma ad un Endless è concesso fare fatica a capire che un essere superiore non deve per forza trattare tutti gli altri come imbecilli.
A questo proposito vi racconto la storia di Hob e Dream perché io la trovo adorabile, è piena di spunti di riflessione e romanticissima.
E il romanticismo come lo intendo io non lo vedo mai da nessuna parte.
Consideriamo poi sempre che Dream è una creatura senza sesso e senza una definizione umana quindi può essere chiunque e amare chiunque.
Quindi per me quella con Hob è a tutti gli effetti una storia d’amore, anche se inusuale e vissuta in modo non convenzionale.
Che poi sono le storie d’amore migliori, per me.
La storia comincia nel 1389.
Il Picciono e la sorella Death entrano nella locanda White Horse.
Spiegarvi a parole quant’è brutta la pettinatura di Dream non è possibile. Quindi ve la mostro.
I due Endless sono lì che parlano delle stesse cose di cui parleranno per i secoli successivi. Il Sandman ha poca voglia di interagire con gli umani, mentre la sorella lo invita a conoscerli un po’ meglio.
Non saprei, io fossi un Endless sarei come il Sandman quindi non è che posso criticarlo tanto.
Certo se devi lavorare per gli umani è necessario preoccuparsi di conoscere almeno ciò che pensano, le loro usanze, i costumi e quelli mutano a seconda dei tempi.
Non a caso gli Endless usano mescolarsi nella folla copiando la moda del momento. Con risultati agghiaccianti, oserei dire. Però funziona.
I due stanno lì a parlare del più e del meno quando da un tavolo di imbecilli si alza una voce che dice “La morte è stupida. La gente muore perché lo fanno tutti gli altri.”
Pensate che mente eletta partorisce ‘sta cagata, “Basta non seguire quello che fanno gli altri e non si muore. Io non morirò mai.”
L’accozzaglia di scempiaggini è offerta da tale Hob Gadling che subito finisce sul radar di Dream e Death.
Il Sandman si chiede perché delle creature intelligenti dovrebbero desiderare un’eternità di questo mondo.
Ed io prima mi chiedo dove abbia visto intelligenza Dream in questo particolare frangente e poi sarei abbastanza d’accordo con la sua considerazione, però…
C’è un però che si approfondirà col proseguire di questa storia.
Death dice al Picciono che se vuole capire meglio cosa pensano gli umani della morte renderà immortale Hob così da iniziare un esperimento e vedere cosa farà un umano nel corso del tempo con la sua immortalità.
Il Sandman è piuttosto convinto che la vita verrà a noia a Hob, ad un certo punto, e che l’umano desidererà morire, perché per Dream così funziona, quelle sono le regole, e l’umano dovrebbe seguirle e basta.
Death, che sa cosa pensano gli umani del suo dono, è più propensa a credere che Dream ne vedrà delle belle.
Il Picciono si avvicina a Hob, gli dà la bella notizia della sua ottenuta immortalità e se ne va tra le risate generali.
Però Hob in realtà non è stupido e già lì ha un mezzo sentore del fatto che il Picciono appena incontrato non è uno come tutti gli altri. Si vede proprio dalla faccia da picciono.
La cosa bella di quest’esperimento è che i due immortali, uno costretto ad esserlo dalla sua natura e l’altro invece modificato e reso l’esatto opposto di quello che dovrebbe essere, si incontreranno ogni cento anni in quel preciso giorno e in quella precisa locanda per contarsela su.
1489
Il Picciono, esattamente con questa faccia, si presenta e si aspetta di sentirsi dire da Hob che è stufo di vivere. Hob invece gli dice che “It’s fucking brilliant” essere immortali.
Dream non capisce perché Hob è così felice, io sì.
Ha molto senso questo studio del personaggio.
Solo un mortale può capire perché la morte è così difficile da accettare. Solo un mortale può apprezzare l’immortalità.
Una volta qualcuno mi ha detto che dio non ci ha fatto immortali perché lui sa cosa vuol dire essere immortali e non vuole dare questa sofferenza ai suoi figli.
Qui partirebbe tutto un discorso sulla fede e sulla religione che per ovvie ragioni non farei mai ma, sebbene io comprenda cosa abbia voluto dirmi con quella frase quella persona, io non sono d’accordo.
Cioè ha senso, ma come al solito è una scelta che bisognerebbe dare alla creatura che sta nascendo.
Dovrebbe poter essere una facoltà scegliere di essere immortali o meno, non dovresti affibbiarmi la data di scadenza dando per scontato che io sarò stufo ad un certo punto e vorrò andarmene.
Non a caso l’esperimento del Sandman comincia con Hob che dopo cent’anni è ancora lì che si esalta anche perché il mondo cambia e diventa sempre più vivibile, perché dovrebbe desiderare di lasciarlo?
Ovvio che Hob non invecchia e quella è una grossa, enorme, differenza da tutti gli altri esseri umani.
A cent’anni d’età se il tuo corpo si spegne hai per forza il desiderio di spegnerti con lui, ad un certo punto non ce la fai più.
Ma se il tuo corpo funziona e funziona come deve, perché dovresti desiderare di andartene? Beh, forse se le cose non ti vanno tanto bene e vivi di stenti…
Almeno questo è sicuramente quello che pensa il Sandman.
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Il Picciono intuisce già che Hob non ha nessuna intenzione di andarsene manco adesso. È ricco e potente, ha fatto fortuna.
Si sa che il Picciono si stufa quando non gli si dà ragione, così si fa distrarre da un altro piccolo progetto e crea William Shakespeare così, per non saper che fare.
Hob appare piuttosto geloso dell’interesse che Dream ha per William.
Ora, Picciono, sei stronzo.
Perché molla Hob per inseguire uno che ha appena affermato che vorrebbe essere ricordato per aver fatto sognare gli uomini.
E quindi è ovvio che lui va lì ad indagare su quell’affermazione.
Ma soprattutto molla Hob perché non gli sta dando soddisfazione.
Al permaloso come la merda disturba non avere ragione su Hob.
Avrebbe voluto sentirgli dire che si era stufato di vivere e siccome non lo fa insegue l’altro fesso che vuole far sognare gli umani.
Che poi, con tutto l’affetto che ho per te, William, Romeo and Juliet come più grande storia d’amore di tutti i tempi non si può sentire, eh? Da dove ti è uscita quella roba lo sa solo Dream.
Nel fumetto invece Hob non sembra geloso di Shakespeare, pare indifferente all’allontanarsi di Dream, come se il cibo sulla sua tavola fosse molto più importante del suo incontro con l’Endless.
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Per la prima volta Hob è seriamente nella merda, dice che ha odiato ogni singolo momento degli ultimi ottant’anni.
È nella completa miseria e ha perso tutte le persone care che aveva.
Sì perché il problema dell’essere immortali da soli è quello. L’unico problema.
Perdi la gente che ami, attorno a te tutti muoiono e tu rimani lì come uno stronzo, solo come uno stronzo.
Tolto quel problema lì, tipo se non ti affezioni agli umani ma, ad esempio, ti affezioni all’unica altra creatura immortale come te che conosci, il problema si risolve.
E a Hob è successo proprio questo, secondo me.
Lui la sua persona preferita ce l’ha, gli altri muoiono… Pazienza. Ha perso la compagna, ha perso il figlio.
Dream pensa, con un sorrisetto, adesso mi dice che vuole morire.
Infatti glielo chiede, sei stufo adesso?
Quant’è stronzo ‘sto Picciono…
E Hob gli risponde… Manco per niente! Ho ancora un sacco di cose da fare, mica voglio morire.
Hob è una lezione di vita. Non importa cosa la vita ti riserva, bisogna andare avanti per vedere cosa succederà dopo.
C’è sempre da ricordare che Hob non muore e non invecchia, eh?
E credo anche che non possa subire danni permanenti al corpo in generale, altrimenti mi sembra strano che in quattrocento anni manco un mal di schiena o la cervicale.
Quindi per lui proseguire è più facile che per altri che invece devono sopportare sofferenze e difficoltà più grandi perfino del non avere cibo a sufficienza.
Ad ogni modo concentriamoci su Hob e lui non vuole morire.
Metterei la firma per un’immortalità così pure io.
Quindi vedi, Dream, che manco la povertà e le difficoltà hanno fatto cambiare idea a Hob.
Arrenditi. Ammetti la sconfitta.
Invece no.
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Hob si becca un cazziatone dal Sandman!
Il Picciono ha ragionissima, tra l’altro, però amo questa breve interazione che spiega tanto del loro rapporto in pochissime scene. O vignette del fumetto, perché sono uguali.
Hob dice di essere diventato un mercante di schiavi, in pratica. Fa soldi con la tratta degli schiavi.
E Dream gli dice, con la tua immortalità non hai trovato niente di meglio da fare che privare della libertà gli altri? Ma sei una merda (Questo commento l’ho aggiunto io).
E Hob ci rimane!
Si vede che Hob ascolta le parole di Dream e si sente la merda che si sta dimostrando.
E cazzo ci sta che in centinaia di anni di vita si commettano errori, ma alcuni sono peggio di altri e questo sarebbe imperdonabile. Per quello Dream non lo accetta.
Si vede che ci tengono l’uno all’altro, perché se così non fosse Dream se ne fregherebbe di quello che fa Hob e Hob di quello che pensa di lui Dream.
Questi due si sono incontrati quattro volte nella loro esistenza eppure sono legatissimi.
Ma ci credo!
Hob mostra a Dream aspetti umani a cui lui non pensa o non vuole pensare e Dream è per Hob l’unica altra creatura che non rischia di perdere, la creatura che sa di poter ritrovare nei secoli dei secoli.
L’importanza che l’uno ha per l’altro è indubbia.
Lo vediamo anche nella rissa che scatta proprio in questo frangente e in cui Hob difende Dream anche a rischio di ferirsi.
Dream infatti gli dice che non c’è bisogno di difenderlo.
Hob risponde che tanto lui non può morire e Dream ribatte, “Sì, ma puoi ferirti e soffrire.”
E lo vedi che ti preoccupi per lui, cretino di un Picciono orgoglioso?
1889
Qui sua piccioneria ha un’uscita che si ricollega direttamente a quanto accaduto cent’anni prima, secondo me.
Hob gli fa notare che sono amici e apriti cielo!
Il Picciono si inalbera, se ne va incazzato zampettando, dicendo che uno come lui non potrebbe mai desiderare l’amicizia di un umano.
Ma come ti permetti di dire che io sono un Picciono solo, che ho bisogno di amicizia. Chi ha bisogno della tua amicizia, misero umano?
Il Picciono fa tutte ‘ste storie qui.
Sì ma, cretino, comunque quello non è un umano come tutti gli altri, se proprio la vogliamo dire tutta.
E, secondo, anche vaffanculo.
Hob gli urla dietro che se si presenterà fra cent’anni allora sarà perché loro due sono amici e non potrà più negarlo.
E sì la parola amici è in Italic for reasons. Mie reasons.
1989
Vestito come Don Johnson in Miami Vice, Hob si presenta all’appuntamento e aspetta Dream.
Lo aspetta lo aspetta e lo aspetta. Ma Dream è nel sotterraneo di Burgess, in quel momento, e non può presentarsi all’appuntamento.
Questa scena mi ha massacrato.
Io non sopporto i fraintendimenti e non sopporto le cose non dette.
Questi parlano una volta ogni cent’anni e adesso Hob rimarrà col dubbio di aver perso Dream per moltissimi altri anni.
Quella sera al barista Hob dice anche che è colpa sua se la persona che sta aspettando non arriva, perché l’ha fatta arrabbiare.
Ma Hob, no!
Il Picciono è un coglione, è permaloso come la merda e si lega al dito il rancore nel corso dei secoli.
Sarebbe dovuto venire a cercarti prima, molto prima di essere imprigionato da Burgess, ma era lì a fare il pirla, a creare il Corinthian e a rompere le palle alla gente nei sogni…
Il barista dice a Hob che il posto è stato venduto e che non sarà più una locanda da quel momento in poi.
E l’espressione affranta di Hob al pensiero che lui e Dream non avranno più il loro posto dove incontrarsi è un colpo al cuore.
Probabile che Hob lo veda come un segno del destino: se perfino la locanda sta per finire, dopo secoli, allora può essere che siamo finiti anche noi.
Ma torniamo ai giorni nostri e al nostro Picciono stronzo che adesso ha voglia di vedere Hob e lo va a cercare.
A caso.
In un giorno a caso di un anno a caso, coglionazzo.
E scopre che la locanda non c’è più.
Coglionazzo.
Due minuti di smarrimento piccionesco e poi si accorge che c’è una freccia che indica una New Inn a pochi passi da lì.
Che la freccia l’abbia disegnata Hob nella speranza di lasciare a Dream un indizio? Boh.
Sta di fatto che a ‘sto maledetto Picciono gira tutto bene oggi e non solo trova la locanda, c’è pure Hob seduto ad uno dei tavoli.
Te lo dico io perché è seduto lì in un giorno a caso di un anno a caso, coglione di un Picciono.
Quello sta seduto lì dal 1989!
Ha messo le radici e si è rovinato a furia di ordinare caffè a quel cazzo di tavolo nella speranza di vederti entrare dalla porta.
Maledetto Picciono.
Però la loro riunione è l’apoteosi dell’adorabilità.
Due pirla al prezzo di un Picciono.
Hob: You’re late. (Sei in ritardo)
E ‘sti cazzi, hai voglia. Trent’anni late.
Dream: It seems I owe you an apology. I’ve always heard it impolite to keep one’s friends waiting. (Sembra che ti debba delle scuse. Ho sentito dire che è ineducato far aspettare gli amici)
Ma ingozzati di pane, Picciono infame.
Per farti uscire le parole ti devono tenere chiuso in gabbia per cent’anni. Ma guardate questo.
Poi amico vediamo, lo decido io.
Amico un cazzo.
Due considerazioni rapide.
La prima è che, non serve dirlo, l’incontro tra il Sandman e Hob nel fumetto non dà manco un decimo del coinvolgimento che dà nella serie.
Lì Dream semplicemente si presenta stabilendo così che sono amici.
Manca tutto il pezzo in cui Hob teme di non vederlo mai più a causa della litigata di cent’anni prima e della prigionia di Dream.
Io AMO, AMO tutto di questo rapporto assurdo che si basa su interazioni prestabilite a distanza di un secolo l’una dall’altra e che pure sono da entrambi rispettate ogni volta.
È quello l’appuntamento più importante della loro esistenza, così importante che qualunque cosa stiano facendo o vivendo non se lo scordano mai.
Sono proprio due immortali.
Per loro dirsi ci vediamo il 15 luglio del 2090 vale lo stesso che per noi dirsi a lunedì prossimo.
E il rapporto che si crea tra loro è forte come se si vedessero tutti i giorni, perché per loro non fa differenza.
Cent’anni o lunedì prossimo è uguale.
Seconda cosa.
Ho notato che il Sandman non mangia.
È un tema ripetuto il fatto che gli venga offerto del cibo o da bere e lui rifiuti.
Al momento la leggo come la sua ferma volontà di non avvicinarsi al mondo degli umani ulteriormente.
Lui non è umano, è superiore agli umani. Non ha bisogno di mangiare, non funziona così e quindi non indugia nel piacere del cibo per non abbassarsi ai nostri livelli.
Da rivedere come affermazione, ma per ora questo è ciò che deduco.
La puntata finisce con Desire che sembra accennare al fatto che dietro alla prigionia del fratello Sandman ci siano loro.
E sostiene che anche se ha fallito quello, ha altri progetti per il fratello.
Ma va beh, però, trovarvi altro da fare invece che rompere sempre le palle agli altri?
Siete una Endless rottura di coglioni.
Scrivo da quando ho preso in mano una penna per la prima volta. All’epoca mi limitavo a ricopiare le lettere che vedevo, poi col tempo ho imparato a metterle insieme per comporre parole e da lì in avanti è stata tutta una discesa nel pozzo senza fondo della mia immaginazione e della mia logorrea.
Qui ne troverete svariati esempi.
Amo l’intrattenimento ma sostengo a gran voce i numerosi, necessari, abissali cambiamenti che deve fare per diventare un intrattenimento giusto per tutti.
Serie tv di cui potrei parlare per i secoli a venire: Hannibal, Our Flag Means Death, The Sandman…
Film della mia vita: Predestination, Big Fish, Donnie Darko, Men & Chicken…
I MIEI Videogiochi: Death Stranding, The Last of Us Part II, Little Nightmares.