La prima parte dell’undicesimo episodio di The Sandman è tratta praticamente in tutto e per tutto dal comic che porta lo stesso titolo.
Questa puntata di The Sandman è disegnata come fosse un cartone animato, con gli stessi toni del fumetto e, in molti casi, anche le stesse inquadrature.
È una storia brillante che si inserisce benissimo nel mondo di The Sandman e ancora più brillante è stata la decisione di mettere i gatti come protagonisti.
Non avrebbe avuto lo stesso impatto se si fosse trattato di altri animali.
Sebbene credo che qualsiasi animale dovrebbe cercare di fare ciò che la gatta suggerisce di fare qui.
Tutti i gattini di un quartiere si raggruppano una notte in un cimitero perché LEI sta arrivando e devono ascoltare ciò che LEI ha da dire.
LEI è una bellissima siamese che dall’alto di una statua del cimitero parla a tutti i colleghi gattini e racconta la sua storia.
Un tempo viveva con gli umani anche lei, viveva con loro e in cambio di una casa, di cibo e di protezione offriva loro il suo incondizionato affetto.
Ma con certi umani quando mai quello è sufficiente per essere rispettati e amati?
Quando lei si accoppia con il gatto sbagliato, e cioè un gatto non di razza come lei, i suoi umani prendono i cuccioli che nascono e li affogano.
In realtà è l’uomo di casa a farlo materialmente, ma non trovo meno colpevole la donna che non fa niente per fermarlo e poi gli dà pure ragione del gesto commesso.
A questo punto della storia io sono già ad un livello di odio nei confronti degli esseri umani che è inarrivabile.
La gattina, potrete immaginare, anche di più.
E così parte per la sua missione: la ricerca di vendetta.
In sogno riesce a raggiungere il Dreaming, cosa che trovo molto plausibile.
Se ci riesce un’umana come Rose a maggior ragione ci può riuscire un animale.
Mi piace l’idea che la gattina cerchi la vendetta tramite il Re dei Sogni, tramite il Sandman e il Dreaming.
Non ha molte altre possibilità se non quella di sognare.
Quando l’oppressore è troppo forte da schiacciare bisogna pensare più in grande, quindi lei va dal Sandman.
Nel Dreaming le si manifesta un picciono scheletrico che altro non è che un raven morto vivente
(con la voce di Neil Gaiman, lasciate fare)
che le dice dove può trovare Dream (l’altro Picciono).
Lei si incammina.
La sua determinazione è ferrea, niente la spaventa, nulla la ferma.
Ha perso tutto ciò che aveva e oltretutto è furiosa.
Il Dreaming che lei attraversa è cupo, tetro, pieno di creature dai tratti spaventosi e ciò che si sente tutto attorno ha del terrificante.
Questo è probabilmente dovuto alla natura dei sogni della gatta: niente è piacevole lì attorno perché lei è distrutta, triste, arrabbiata.
Al di fuori della tana del Sandman i guardiani le dicono “Dreams have a price” (I sogni hanno un prezzo).
Eccome, e a volte quel prezzo si paga volentieri.
In questo caso io pagherei qualunque prezzo per la mia vendetta.
E anche la vendetta può essere un sogno.
La gatta arriva al cospetto del Picciono, che in questo caso si presenta a lei come un grosso, maestoso gatto nero.
La bellezza di questo gatto è in linea con quella di Tom Sturridge come umano.
Pensavate avessi smesso di fare questi commenti su Tom, eh?
Anche nel primo episodio di The Sandman abbiamo visto Dream trasformarsi in un gatto, ma credo si sia trattato solo di una coincidenza.
In questo caso si mostra come gatto perché a sognare è un gatto.
Non avrebbe senso mostrarsi a questa sognatrice come umano, anzi, sarebbe controproducente.
Credo che Dream sappia bene che forma assumere con chiunque, così come con le First People aveva l’aspetto di Kai’ckul con i gattini ha l’aspetto di gatto.
Però ha anche delle preferenze, le ha sviluppate nel corso dei secoli.
Probabilmente gli piace l’aspetto che ha con gli umani adesso, così come gli piace l’aspetto di gatto quando gli capita e c’è la circostanza giusta, tipo davanti a Alex.
E per usare le parole di Lara in questo momento dell’episodio “Certo che il Picciono col gatto…”
Ma il Picciono accoglie la gatta con composto entusiasmo.
Se fosse stato un umano l’avrebbe insultato, l’avrebbe minacciato, ma un gatto no, un gatto può.
Un gatto può andare lì anche a cercare vendetta e un gatto ha diritto di sapere come sono andate le cose.
Infatti il Picciono racconta alla gattina del mondo che fu, del mondo che era un tempo.
Un tempo erano i gatti a governare sulla terra, gli uomini erano creature grandi come topi la cui sola funzione era adorare i gatti ed accarezzarli, seppur con le loro piccole mani.
T’è vist? Di cosa si potevano lamentare gli umani, guardali lì, manco il problema di mettersi dei vestiti…
I gatti potevano cacciarli di notte, inseguirli, giocarci e poi mangiarli, se volevano.
Ecco perché non si mettevano vestiti gli umani, quelli erano indigesti ai gattini.
Così era il mondo.
Finché un giorno un cretino
(nella serie sarebbe James McAvoy, che io amo, ma è cretino uguale)
tra gli umani si è svegliato invitando tutti i suoi altri amichetti umani a sognare un mondo diverso, un mondo in cui erano gli umani a governare ad essere creature gigantesche con potere su tutto.
E a furia di predicare un giorno si sono ritrovati almeno mille umani a fare tutti lo stesso sogno e il mondo è cambiato magicamente.
Proprio grazie alla potenza del sogno condiviso.
Ma gli umani non hanno sognato solo il cambiamento, hanno sognato anche un mondo in cui le cose erano sempre state così, in cui i gatti non avevano mai regnato, in cui i gatti erano sempre stati solo animali da compagnia.
E perciò il sogno quello ha prodotto: il mondo come oggi lo conosciamo, in cui gli esseri umani sono sempre stati ciò che sono.
Molto interessante questo risvolto.
Gli uomini erano prima sì succubi del gatto, ma anche pronti a venerarlo, a trattarlo come un dio.
Poi quando il cretino di turno ha cominciato a predicare il sogno, gli umani non si sono limitati a rinnegare il gatto, hanno proprio cancellato la sua importanza nella storia del mondo.
Farei notare la differenza di mondo tra quello governato dai gatti, verde e rigoglioso, e quello successivo governato dagli uomini, grigio e meccanico.
Sono di parte in questa storia, ovviamente, sono sempre dalla parte degli animali in qualunque circostanza, nella realtà e nel sogno.
Però faccio volentieri la riflessione sul fatto che è logico che quegli esseri umani abbiano cercato di cambiare la loro situazione, abbiano sognato un mondo in cui non venivano cacciati e mangiati dai gatti.
E ci sta pure che la loro mente perversa abbia eletto l’essere umano a creatura suprema, sempre stata suprema, dai tempi dei tempi.
Già che stavano sognando, hanno sognato in grande.
Ma consentitemi allora di riflettere anche sul fatto che non c’è da stupirsi se adesso i gatti vogliono riprendersi il mondo allo stesso modo.
Il Sandman dà quest’informazione sconosciuta solo alla gatta di fronte a lui.
Carica la gattina della responsabilità di dire agli altri gatti quello che ha scoperto.
È come se Dream si ergesse a dio che dà libero arbitrio alle sue creature; io ti dico quello che potresti fare, sta a te poi riuscire a farlo.
E con gli esseri umani Morpheus non è mai così magnanimo.
Adoro questo suo lato che pende più verso certe creature piuttosto che verso altre.
Gli esseri umani sono pessimi, lui lo sa, e non si meritano la stessa corsia preferenziale che lui concede ad altre creature.
Se fossi Dream farei lo stesso, se fossi il Sandman probabilmente baserei più il mio giudizio sugli esseri umani sulle cose brutte fatte da certi piuttosto che sulle cose buone fatti da altri.
Le cose brutte riecheggiano di più e vanno estirpate.
Quindi per vendicare questa mamma gatta a cui sono stati uccisi i piccoli anch’io offrirei il consiglio estremo “prova a sottometterli di nuovo tutti, non solo quelli che hanno fatto del male a te”.
E così lei adesso gira il mondo portando a tutti il messaggio di sognare, sognare quel mondo in cui i gatti sono i padroni.
Se mille gatti sogneranno la stessa cosa nello stesso momento, allora il sogno diventerà realtà.
È interessante il fatto che all’interno della folla di gatti quella che crede di più è la gattina più giovane, nata da poco, che nemmeno ancora ha conosciuto la cattiveria umana.
Eppure è pronta a stare più dalla parte della gatta che da quella dei suoi umani.
La mattina successiva la piccoletta è lì addormentata ed i suoi umani la guardano, trovandola carina e adorabile, senza sapere che probabilmente sta sognando di mangiarseli.
Inutile dire che tante sono le cose che adoro di questa storia.
A partire proprio dal fatto che non ho alcun problema ad accettare l’idea che le mie gatte, che io amo, sognino di mangiarmi e governare il mondo.
Se potessi comunicare con loro in modo efficace direi io stessa a loro di sognare, sognare fortissimo, il più possibile, un mondo in cui gli animali possano vendicarsi di tutte le crudeltà che sono state loro inflitte.
Non importa che ci vadano di mezzo anche quelli che gli animali li amano, sinceramente a me non fregherebbe nulla.
Vorrei solo un posto in prima fila per vedermi un paio di belle vendette da parte di qualche cagnolino seviziato, di qualche mucca rinchiusa per anni in un box di un metro, di qualche topo catturato nelle trappole appiccicose, uccellino ammazzato dai cacciatori, elefante a cui sono state strappate le zanne…
E dopo quello spettacolo soddisfacente potrebbero fare fuori pure me.
Il gatto che accompagna la gattina più piccola dice che non si realizzerà mai questo sogno.
Perché è impossibile convincere mille gatti a fare tutti la stessa cosa nello stesso momento.
Io invece dico che, se fosse possibile, sarebbe già successo da un pezzo.
Visto che sono molti molti molti più di mille i gatti che hanno subìto la crudeltà degli umani.
E che sognano volentieri un mondo in cui gli umani sono creature piccole ed insignificanti da schiacciare.
Forse, alla fine, è solo che un sogno così può essere ispirato solo a creature squallide come gli esseri umani, pronti a comandare sul prossimo, schiacciarlo e sottometterlo.
Degli animali non arriveranno mai a sognare una cosa del genere, non sono abbastanza cattivi.
A me piace l’idea di sottofondo che se una cosa, un concetto, una parola, un sogno è collettivo e pensato intensamente da più creature si può materializzare.
La sua potenza è tale da diventare tangibile.
Era un concetto espresso anche in un paio di puntate del Doctor Who che ho trovato commoventi e allo stesso tempo entusiasmanti.
Se solo i sogni collettivi fossero sempre ispirati da positività e serenità per tutti invece che da cattiveria…
Scrivo da quando ho preso in mano una penna per la prima volta. All’epoca mi limitavo a ricopiare le lettere che vedevo, poi col tempo ho imparato a metterle insieme per comporre parole e da lì in avanti è stata tutta una discesa nel pozzo senza fondo della mia immaginazione e della mia logorrea.
Qui ne troverete svariati esempi.
Amo l’intrattenimento ma sostengo a gran voce i numerosi, necessari, abissali cambiamenti che deve fare per diventare un intrattenimento giusto per tutti.
Serie tv di cui potrei parlare per i secoli a venire: Hannibal, Our Flag Means Death, The Sandman…
Film della mia vita: Predestination, Big Fish, Donnie Darko, Men & Chicken…
I MIEI Videogiochi: Death Stranding, The Last of Us Part II, Little Nightmares.