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Vanilla Sky – Il Sogno Lucido

Vanilla Sky – Il Sogno Lucido

Ho rivisto qualche giorno fa Vanilla Sky e ho una gran voglia di esplorare alcuni dei concetti base di questo film surreale, poetico, terrificante e bellissimo.

Vanilla Sky è un film del 2001, remake quasi identico di Abre los Ojos (Apri gli occhi) del 1997.

Ho visto l’originale e faccio sempre il tifo per gli originali, ovviamente, ma purtroppo in questo caso il film del 1997 non regge il confronto per un sacco di motivazioni diverse.

Vanilla SkyNon sto facendo una recensione di Vanilla Sky.

Sto meramente cogliendo l’occasione di parlare di temi che considero importantissimi prendendo come base un film che mi ha sconvolto fin dalla prima volta che lo vidi al cinema.

Ricordo che nel 2001 dopo essere uscitǝ dal cinema che proiettava Vanilla Sky ho provato un profondo disagio per i successivi tre giorni.

Tre giorni a pensare e ripensare a David e a ciò che gli era successo.

Forse il disagio era quello di qualcuno troppo giovane e con ancora troppi pochi strumenti per processare tutto ciò che suscita Vanilla Sky.

Perché oggi il turbamento rimane, ma almeno lo posso sfogare con una più vasta gamma di considerazioni da fare frutto di anni e anni a riflettere su di me e soprattutto sui temi toccati dal film.

Vi prego di non leggere se non conoscete Vanilla Sky o Abre los Ojos.

E vi prego di correre a guardarlo subito. È su Netflix di questi tempi, ma ancora per poco.

È una storia così impensabile che sapere prima ciò che si sta andando a guardare rovinerebbe tutto.

E tra l’altro guardarlo una volta sola non basta.

Alla prima visione vi sconvolgerà.

Alla seconda capirete tutto.

Alla terza lo troverete geniale.

Per chi l’avesse già visto, invece…

Il film narra la storia di David, un uomo avvenente e carismatico a capo di una casa editrice che ha ereditato dal padre.

David non è un figlio di papà incapace di gestire soldi e lavoro lasciatogli dal padre, ma sicuramente non è neanche un uomo maturo e posato tutto casa e lavoro.

È un ragazzo piuttosto sicuro del suo aspetto fisico e conscio di avere una grande influenza sulle donne.

Influenza da cui trae i prevedibili benefici.

David cerca di fare bene il suo lavoro che gli procura un mucchio di soldi.

Soldi che lui spende.

A David piace divertirsi, anche in modo un po’ superficiale, sia nella vita che con le persone.

E David è circondato da una miriade di persone che per la posizione che lui ricopre non si sa bene se siano amici o solo gente che vuole vivere di luce riflessa.

Questo però è qualcosa che si chiede solo lo spettatore, perché David pare convinto di avere un sacco di amici.

Tra questi amici c’è anche Julie, una ragazza con cui David instaura un rapporto che poi plasmerà tutto il resto della sua esistenza.

A David non importa molto di Julie, ci va a letto insieme e basta. La considera un’amica.

Julie invece considera David il centro del suo mondo.

È una ragazza profondamente disturbata che per una notte trascorsa insieme considera David una sua proprietà.

Tutto succede molto in fretta, nel giro di poche ore.

Questa è la grande potenza di questo film.

David conosce Sofia e se ne innamora in una notte.

Una notte in cui non c’è nulla di fisico tra loro, solo parole, sguardi, tante risate, complicità.

Anche Sofia si invaghisce di questo curioso ragazzo che, sì, ha un mucchio di soldi da buttare, forse troppi, però in fondo in fondo ha qualcosa da dire.

La mattina successiva Julie, gelosissima oltre la malattia mentale, offre un passaggio in macchina a David e in una scena che mette i brividi commette suicidio guidando a tutta velocità giù da un ponte e schiantandosi contro un muro.

Lei muore, David purtroppo sopravvive.

Rimane sfigurato irreparabilmente al volto e con un danno neurologico tale che lo rende zoppo e che gli causa mal di testa lancinanti per cui gli è impossibile anche pensare.

David cambia, ovviamente.

Come potrebbe essere altrimenti?

Non è più lo stesso di prima.

Anche il suo amico gli dice che gli manca “The other guy”, l’altro ragazzo, quello che David era prima.

Ma quel ragazzo non tornerà mai più.

Al di là del danno fisico c’è anche il danno morale che David ha subìto.

Come si può tornare quello di prima dopo un’esperienza del genere?

David non riesce a gestire nulla di quanto gli è accaduto: né il dolore delle ferite né tantomeno lo specchiarsi e vedere riflesso un volto che non riconosce.

Se non bastasse già l’orrore che David prova giornalmente per quanto accaduto, arriva presto anche la certezza che con Sofia non ha alcuna possibilità di riprendere le cose da dove le avevano lasciate.

Non è colpa della ragazza, che sembra anche disposta a provare a vedere se ciò che era scoccato quella sera può riaccendersi di nuovo.

Vanilla SkySolo che David non è più lui e Sofia non si era innamorata di quest’uomo arrabbiato, sconfitto e distrutto.

Non è colpa di nessuno dei due, è colpa degli eventi.

È angosciante sotto tutti i punti di vista.

Tutta questa parte iniziale che culmina con l’incidente, con la conseguente nuova vita di David e con la serata disastrosa con Sofia ti mette sottosopra e ti annoda la gola.

Lo scopo del film è ottenuto con poche sezioni ben distinte.

David è un ragazzo che pare avere tutto dalla vita.

E, attenzione, non è una merda di riccastro senza anima, altrimenti non empatizzeresti con lui.

È bello.

Ora, a me Tom Cruise non ha mai detto nulla esteticamente però David piace, è cosa che si vede.

David trova un possibile AMORE VERO nel modo più semplice e spontaneo possibile.

Lo spettatore sa che quei due stanno bene insieme e possono essere una bella coppia.

A David capita una cosa orribile che nella fattispecie è causata da qualcuno, ma che di base può capitare a chiunque: un incidente in auto che ti cambia la vita può capitare a chiunque.

La vita di David è a pezzi.

L’arco narrativo pare banale, ma il film non lo rende tale.

Si parla molto di CONSEGUENZE nel narrato di questa storia e di questo si tratta.

Una serie di eventi sia belli che orribili frutto di conseguenze.

Dire Se non avessi fatto questo non sarebbe successo quell’altro alla fine non ha neanche senso.

Tutto è imponderabile e la vita ti può cascare addosso nel giro di pochi secondi.

Così è.

Sofia lo dice anche a David nel poco tempo in cui si conoscono

Ogni minuto che passa è un’altra occasione per rivoluzionare tutto completamente.

E purtroppo funziona sia in positivo che in negativo.

Però troppo spesso non hai il potere di decidere tu.

Ecco in che altro modo di esprime la potenza di questo film.

Non hai il potere di decidere tu.

Nella vita, nella maggior parte dei casi, non ce l’hai.

E all’improvviso il film cambia.

Cambia tutto.

Proprio come detto da Sofia, la vita di David subisce un altro giro completo di ruota.

E dopo una notte trascorsa a dormire su un marciapiede, ubriaco fradicio e devastato, David si risveglia al mattino sotto un cielo color vaniglia come quelli dipinti da Monet.

Ma non solo, si risveglia al suono della voce di Sofia che lo fa alzare da terra e se lo porta via.

Verso una nuova vita che cominciano insieme, perché Sofia gli dà un’altra possibilità.

Torna Sofia, torna il miglior amico di David, le cose alla casa editrice vanno bene e, cosa incredibile, il dottore che aveva detto a David che per il suo viso non c’erano speranze lo chiama perché vuole tentare un’operazione.

L’operazione riesce e David torna ad avere il suo viso e il suo corpo perfetti.

La prima volta che ho visto questo film ho tirato un sospiro di sollievo e ho gioito per David e per Sofia.

Ciò che era successo a David era orribile e per me questo riscatto, dopo quella notte passata a dormire sul marciapiede sotto alla pioggia, era solo giusto.

Però il film a questo punto ti ha già dato degli indizi sul fatto che tanto bene non può andare.

Perché nel presente lo spettatore vede David, con una maschera che gli copre il viso sfigurato, di tanto in tanto parlare col suo psichiatra dalla cella in un carcere.

È accusato di omicidio, dell’omicidio di Sofia.

E gli eventi che portano alla morte di Sofia li seguiamo poco dopo.

David comincia ad avere incubi, si rivede allo specchio con la faccia sfigurata, rivede Julie.

Julie poi gli dice di essere Sofia e lui non trova più l’altra Sofia.

Nessuno gli crede e gli danno tutti del folle.

Compreso il suo migliore amico.

David comincia a sospettare che sia tutta una cospirazione.

Che diavolo sta succedendo dunque?

Non puoi averne una minima idea.

Anche se il film in realtà ti ha dato una miriade di piccoli suggerimenti fin dall’inizio.

Ma è talmente assurdo che non ti verrebbe mai in mente.

Altra genialità di questo racconto è l’averlo settato ai tempi nostri… Ma non esattamente.

Sì, è tutto normale com’era agli inizi del 2000.

Internet che si usava appena appena, videochiamate, tecnologia normalissima…

Ma se stai attento durante la visione del film, il cane Benny di cui si parla spesso e volentieri ti spiega tutto ciò che sta accadendo.

È un mondo talmente normale che quando ti spiegano che esiste la Life Extension, una tecnologia criogenica in grado di prendere un cadavere e metterlo in uno stato di sospensione congelato per anni e anni, tu caschi dalle nuvole.

Ancora di più quando ti spiegano cos’è l’opzione Lucid Dream (sogno lucido) che puoi avere pagando un supplemento alla Life Extension.

E lì capisci anche perché il protagonista di questo film doveva essere molto ricco perché tutto risultasse credibile.

Tutto ciò che vive David dopo la notte trascorsa sotto alla pioggia, sul marciapiede, non è accaduto nella vita reale.

Da lì in poi la sua memoria è stata cancellata perché David non voleva più vivere.

Si è rivolto alla Life Extension per essere sospeso in un sonno criogenico e poter usufruire del Sogno Lucido così da avere la possibilità di viversi la vita che lui voleva, come voleva.

Tutto è frutto della sua mente.

Anche ciò che vive in quel momento.

Il suo corpo è congelato da più di centocinquant’anni mentre la sua mente fa e disfa a suo piacimento facendogli immaginare la sua vita e viverla attraverso sensazioni e ricordi.

La storia che poteva sembrare banale si trasforma così in qualcosa di incredibile e fantascientifico.

Il film fonde una storia drammatica con elementi surreali che in qualche modo aiutano a superare la squallida brutalità della vita reale.

La cosa che aiuta a sottolineare ancora di più tutta l’atmosfera surreale di questo film, ascoltare per credere, è la colonna sonora utilizzata.

Penso che questo film sia nella top five dei film con la colonna sonora più calzante di sempre.

Non sarebbe la stessa cosa senza.

Il film termina con David che recupera il ricordo del contratto che ha firmato con la Life Extension e chiede al supporto tecnico di essere riportato nella vita reale. Chiede di essere risvegliato.

E pur di risvegliarsi salta da un palazzo altissimo nonostante lui sia terrorizzato dall’altezza.

Quindi il suo desiderio di uscire dal Sogno Lucido per riprendere la vita nella realtà è fortissimo.

E veniamo quindi alla nota dolente di questo film, per me.

Il finale.

Ovviamente il finale che ha va benissimo, la storia era quella ed è stata raccontata, ma non posso fare a meno di mettermi nei panni di David.

Il film lo richiede, ogni film che guardo lo richiede, non potrei fare altrimenti.

Ci entro dentro e mi chiedo: cosa avrei fatto io?

Io non avrei mai saltato.

Io non avrei mai sentito il bisogno di Aprire gli occhi.

Io avrei chiesto che mi fosse cancellata la memoria degli ultimi tempi e di ritornare al mio sogno lucido senza incubi, però.

E mi sarei dettǝ che se anche fosse successo nuovamente, avrei chiamato il supporto tecnico per farmi ricancellare la memoria un’altra volta.

E via di nuovo a riprendere a sognare.

Non potete manco immaginare quante volte ho provato ad ottenere un sogno lucido anche nella vita reale, figuriamoci ad avere la tecnologia per ottenerlo senza fatica.

Perché il finale di Vanilla Sky dovrebbe essere un finale positivo?

Perché la scelta di David dovrebbe essere una scelta giusta?

Ma chi decide e in base a che?

E soprattutto, perché David vuole svegliarsi? Non capisco.

Di fatto la sua vita nella realtà è pure peggiorata, perché dorme da centocinquant’anni e quindi nulla di ciò che conosceva lo aspetta fuori.

Lì dentro al sogno ha Sofia, ha i suoi amici ma, ancora meglio, ha tutto il potere di decidere che nella vita nessuno ha.

Quel potere che la realtà non ti permette di avere: di decidere ciò che ti accadrà.

Di avere più conseguenze possibili, tutte quelle che desideri; se non te ne piace una, ne scegli un’altra.

Perché dovrei considerare quella vita meno vita di questa?

Cosa rende il sogno lucido qualcosa di meno reale della vita reale?

Anche qui non trovo spiegazione.

Il fatto di provare sensazioni e avere dei ricordi è tutto ciò che fa di un essere umano ciò che è.

Non aver fatto una cosa, ma avere il ricordo vivido di averla fatta non è forse come averla fatta veramente?

Cosa importa veramente alla fine? Ciò che tu ricordi. E quello non è frutto di ciò che fai materialmente, ma di ciò che la tua mente ricorda della tua vita.

Se fosse materialmente possibile togliere dalla mente informazioni selezionate, si potrebbero cancellare traumi e sofferenze, perché se non ricordi di aver subito una violenza non l’hai subita.

Nemmeno se sul tuo corpo ne porti i segni.

E allo stesso modo se inserisci nella mente di un assassino una serie di sensazioni e ricordi belli legati alle persone, se gli inserisci a forza l’empatia o se gli insegni l’empatia, quello non sarà più la stessa persona che ha ucciso due secondi prima di avere inserito a forza quella nuova serie di informazioni.

È la mente che fa tutto.  

Ecco perché l’alzheimer è una malattia così devastante.

Quando ti portano via i ricordi non c’è più nulla di te.

Chi se ne frega di aver scalato l’Everest se non so di averlo fatto.

Non me ne frega manco che lo sappiano gli altri, voglio saperlo IO.

Un po’ come la vita di Edward Bloom in Big Fish.

Chi se ne importa se non è vera, chi se ne importa se lui raccontandola l’ha mitizzata.

Lui ci crede, crede di aver vissuto le avventure così come le racconta e tanto basta.

E cosa importa se io in una realtà virtuale vivo con la sola immagine di una persona, un’immagine di quella persona inventata da me?

Una persona di cui ho preso in prestito magari solo l’aspetto e qualche tratto del carattere, ma che ho plasmato poi secondo il mio desiderio, la mia idea di amore e di come due persone dovrebbero interagire.

Io me la immagino così e quella persona è esattamente come desidero senza far del male alla persona reale, che ha tutto il diritto di non essere assolutamente come io desidero.

Ma anche senza far del male a me, che ho tutto il diritto di non accontentarmi, di essere amatǝ come desidero io e di vivere una storia d’amore che mi soddisfi.

Ecco, nella vita reale bisogna essere molto consci del fatto che forse non si sarà mai amati come si desidera e bisogna mettersela via. Le persone non sono lì per soddisfare noi ed essere come noi vogliamo.

Ma se esistesse una tecnologia del genere, ripeto, non considererei un’esperienza così in nessun modo diversa dalla vita reale.

Se posso inserirmi in una realtà virtuale in cui vivo come voglio io, attorniato da chi voglio io… Quando morirò non sarò né più ricco né più povero di esperienze di chi ha fatto tutto quello che ho fatto io, ma nella vita reale.

Saremo esattamente uguali.

Per me, ovviamente. Sto facendo considerazioni personali e voglio sempre ricordarlo. Non sono il Verbo, ho solo una testa per pensare come chiunque altro.

E, aggiungerei cosa importante, sto parlando di situazioni in cui un’opzione del genere sarebbe una valida alternativa alla vita reale.

Io al momento non ho nessun motivo per fare una scelta definitiva del genere, ma se fossi nei panni di David sì.

E farei quella scelta con grande, immensa gioia.

Ringrazierei per un’opzione così.

Al momento userei una tecnologia del genere con la possibilità di uscirne quando voglio, ma nel caso di David mi ci rifugerei per sempre.

Guardandolo col senno di poi, questo film regala sbirciatine nella mente di David davvero illuminanti.

Tutto ciò che noi vediamo dopo quella notte trascorsa sul marciapiede è ciò che lui partorisce con la sua immaginazione.

Il cielo color vaniglia di Monet, fisso, perenne, che non cambia mai.

La sua idea di amore con Sofia, che lui non ha mai più rivisto dopo quella notte, ma quel poco che conosceva di lei lo ha aiutato a costruirsi tutta la fantasia della loro storia d’amore.

Il suo amico che all’improvviso da invidiosetto manco troppo mascherato si trasforma in persona matura che accetta anche il fatto che Sofia abbia scelto David e non lui.

Il dottore che cerca David perché improvvisamente c’è una soluzione al suo viso sfigurato.

Tutta una fantasia abilmente costruita da David per vivere una vita BELLA.

Perché non è vero ciò che dice l’agente Smith, secondo me.

Gli esseri umani definiscono la realtà attraverso la sofferenza e la tristezza. Perché sia credibile una vita per gli esseri umani deve essere sofferta.

Sarà così per alcune persone a cui piace fare le vittime e a cui piace poter dire Come sono sfigato.

Ma alla maggior parte della gente sana piace stare bene e piace che le cose vadano bene e siano serene. Che cazzo.

Ci credo che la fantasia di David è di una vita in cui va tutto liscio come l’olio.

Anche la mia sarebbe così.

Però.

C’è un però.

La mente di David lo frega ad un certo punto.

Non credo che la mia lo farebbe.

La sua gli inserisce qui e lì indizi che quella non è la realtà. Che lui si deve svegliare.

Povero David.

Ha pagato milioni per ottenere quel servizio dalla Life Extension e la sua mente lo ripaga volendo uscire dal sogno.

Perché?

Continuo a chiedermelo, me lo chiederò sempre ogni volta che vedrò questo film. Perché?

Forse David vuole uscire di lì e vivere nella realtà perché lui la realtà l’ha vissuta così poco.

Così giovane e tutto è andato in malora troppo in fretta.

Un amore che non è mai nato e non è mai esistito con Sofia.

L’incontro sfortunato con la folle Julie.

Pensate, due sole donne hanno plasmato l’intera esistenza di David. E David vive da centocinquant’anni. Col solo ricordo di quelle due donne.

Forse è per quello che lui vuole uscire a fare un giro nel mondo, per ampliare la gamma di informazioni che ha.

Più ispirazione hai, più la tua fantasia crea situazioni e mondi articolati.

Poi spero che David ritorni nel Sogno Lucido con le nuove informazioni acquisite.

Perché vivere una vita come la vuoi tu è la cosa più impossibile del mondo.

Eppure, a mio parere, è anche la cosa più giusta e dovuta, considerando quanto poco tempo si ha a disposizione.

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Scrivo da quando ho preso in mano una penna per la prima volta. All’epoca mi limitavo a ricopiare le lettere che vedevo, poi col tempo ho imparato a metterle insieme per comporre parole e da lì in avanti è stata tutta una discesa nel pozzo senza fondo della mia immaginazione e della mia logorrea.
Qui ne troverete svariati esempi.
Amo l’intrattenimento ma sostengo a gran voce i numerosi, necessari, abissali cambiamenti che deve fare per diventare un intrattenimento giusto per tutti.
Serie tv di cui potrei parlare per i secoli a venire: Hannibal, Our Flag Means Death, The Sandman…
Film della mia vita: Predestination, Big Fish, Donnie Darko, Men & Chicken…
I MIEI Videogiochi: Death Stranding, The Last of Us Part II, Little Nightmares.

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