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The Sandman – 04 A Hope in Hell – approfondimento comic e serie

The Sandman – 04 A Hope in Hell  – approfondimento comic e serie

Questo episodio di The Sandman è la somma dei due comics A Hope in Hell e Passengers.

Il Sandman ci elenca tutti i nomi con cui è conosciuto l’inferno: Avernus, Tartarus, Hades, Hell… Perché s’è capito che da quelle parti non si mettono d’accordo manco sui nomi.

Dream sta scendendo nell’inferno per andare a riprendersi l’elmetto e, chiacchierando con Matthew, viene fuori un concetto interessante.

Il raven chiede se l’inferno esiste solo quando ci credi e se quindi ci finisce dentro solo chi ci credeva in vita.

E Morpheus non risponde, si limita a fare un’altra domanda, glissa.

Spesso accade sia nella serie che nel comic di trovare concetti appena accennati, mere idee, frasi buttate lì così che ti danno una sorta di vibe che porterebbe a disquisizioni più ampie, ma che non vengono espresse nell’opera. Sta a te pensarci su.

Ripeto allo sfinimento che per me questa possibilità è oro, ringrazio sempre chi è in grado di buttare piccole perle che possono essere interpretate da ognuno in modo diverso.

Io ad esempio ho la vibe che la non risposta di Dream e la conseguente domanda a MatthewTu ci credi nell’inferno?” sia il suo modo di dire che sì, ci ha azzeccato il raven, l’inferno è un concetto e come tale ci si deve credere perché si materializzi.

Da quello che ho capito è anche il tema di sottofondo in Lucifer (altro lavoro di Gaiman che è stato trasposto in serie televisiva) in cui Lucifer spiega che sono gli umani stessi che si mandano da soli all’inferno guidati dal loro senso di colpa.

Interessante il fatto che pur c’entrando una ceppa tra loro in termini di continuity The Sandman e Lucifer siano legati dal semplice fatto di essere figli dello stesso autore e che quindi qualcosa di simile nei loro concetti di fondo lo si possa trovare.

Ho sempre pensato che trattare spesso gli stessi argomenti nelle proprie opere, e trattarli da punti di vista diversi, sia dimostrazione di dedizione e volontà di sviscerare un tema fino in fondo. Anche qui apprezzo.

Va beh, ma poi Neil è Neil, leggerlo per credere.

Hell sembra una location di Elden Ring. Ci sono pure quegli stronzi di minatori che trasportano le gerle col fuoco dentro.

Il Picciono arriva all’inferno e bussa.

L’educazione sempre prima di tutto.

Sandman

Risponde Squatterbloat, un demone, con una mezza filastrocca che continua a ripetere. Qui mi preme dire che lo Squatterbloat del fumetto ha un design molto più interessante di quello della serie che è semplicemente un grande e grosso umanoide. Ma c’è una motivazione per questa scelta, secondo me.

Immagino ci fosse bisogno di fare Squatterbloat più grosso e spaventoso del Sandman, stile boss di Elden Ring appunto, perché il demone si rivela essere un cafone senza buone maniere (eh beh, è demone) che si rivolge al Picciono non prendendolo sul serio.

Sentirete anche questo demone far presente a Dream che non ha il suo elmetto, quindi come fa a definirsi Re dei Sogni e degli Incubi se non ha la sua corona?

Quindi l’elmo del Sandman è a tutti gli effetti un simbolo del suo potere.

Il Picciono gonfia le ali e il petto e minaccia, senza in realtà dire nulla di minaccioso.

Questa è una delle scene in cui più si capisce perché è stato scelto questo attore per il ruolo.

Il disegno del fumetto è grezzo, il Dream del fumetto è una creatura che già da come è disegnata fa percepire un’immensa forza dietro ad un aspetto debole. Però nel fumetto Dream picchia il demone, alza le mani.

Bello che invece questa cosa sia stata eliminata nella serie.

C’è questa stessa dualità nell’aspetto di Tom Sturridge e non gli serve violenza per esprimere forza. Gli basta la voce, il tono, per far abbassare le penne al demone.

Ecco anche perché era necessario nella serie avere un demone grande e grosso. Il Picciono è piccolino, guarda il demone dal basso, eppure emana l’autorità di un sovrano che parla con un subalterno, com’è giusto che sia.

Il demone rispetta la gerarchia, ma si lega al dito l’affronto; è stronzo inside, come il Picciono spiega poco dopo, e se deve fare qualcosa ci tiene che quel qualcosa sia una cattiveria.

Infatti Squatterbloat porta casualmente Dream proprio davanti alla prigione dove la sua ex Nada sta scontando la sua pena.

Non ho ancora abbastanza materiale sulla storia di Nada e Dream, solo il poco che ci viene detto nella serie e le poche vignette del fumetto.

Quello che si sa è che Nada, sovrana delle First People, era la compagna del Sandman diecimila anni prima, che si è permessa di sfidare il Picciono in qualche modo e che il Picciono, permaloso come la merda, l’ha spedita all’inferno in punizione.

Alla faccia dei litigi tra fidanzati.

S’è capito che il Picciono ha un passato da intransigente massimo che non fa passare nulla a nessuno.

E non migliora la situazione adesso perché Nada lo vede e gli chiede di perdonarla e lui le risponde “Ti amo ancora, eh? Ma non ti perdono.” Ed è visibilmente commosso mentre lo dice, quindi voglio dargli il beneficio del dubbio sul fatto che la colpa di Nada sia davvero grave per essere ancora così rancoroso.

In tutto ciò però la cosa interessante è che Nada vede un Dream con un aspetto molto diverso.

È come se il Re dei Sogni e degli Incubi avesse la capacità di mutare il suo aspetto a seconda del tempo e del luogo in cui si sta mostrando.

Con Nada il suo aspetto è riconducibile proprio alle First People, vedremo che poi apparirà come gatto quando avrà a che fare coi sogni dei gatti e nel fumetto le vignette che lo vedono accanto a Lucifer mostrano un Sandman dai lineamenti gentili, dal viso più dolce e più vicino alla bellezza del Re dell’Inferno.

Per me Dream può essere chi vuole, quando vuole, se ha scelto l’aspetto che ha è perché si trova bene con quello e tra gli umani non ha bisogno di cambiare costantemente.

Cambierà vestiti e atteggiamento nel corso dei secoli, come vedremo nell’episodio in cui passeremo col Sandman da un secolo all’altro, ma non cambia la sua fisionomia perché ci si trova bene. Chiamalo scemo. Questo è un commento riferito a Tom Sturridge, sì, me ne usciranno altri, sono una mente semplice.

Ma a necessità potrebbe assumere l’aspetto che vuole, anche femminile, senza alcun problema. Non so se succederà mai nel fumetto, ma anche se così non fosse per me è cosa scontata.

Ad ogni modo proseguiamo, perché per arrivare da Lucifer Morningstar, Devil, Ruler of Hell, Lightbringer, Samael… c’è da camminare parecchio.

Tra l’altro, da quello che ho capito, come appare l’inferno lo decide Lucifer e anche questo lo trovo un concetto interessante.

Cioè se Lucifer si sveglia al mattino e vuole che l’inferno sia la posta centrale della mia città, i dannati si ritrovano tutti in fila dietro allo sportello del demone-impiegato che li fa aspettare l’eternità per pagare un bollettino. Fantastico.

Ed infinitamente più crudele della landa desolata e nebbiosa che Lucifer ha deciso in quel momento.

Durante il percorso, tra l’altro, il Picciono si ritrova all’improvviso nel Wood of Suicide ma non ci viene specificato che si tratta di quello.

Queste sono le chicche che si comprendono se si è letto il fumetto ma che di fatto non hanno necessità di essere spiegate e anche se del fumetto non si conosce una ceppa non importa.

Non capisco come possa infastidire il fatto di non ricevere questa informazione. A cosa serve? Che cambia? Per chi segue solo la serie non cambia nulla e chi conosce il fumetto… Meglio per lui.

Il Picciono arriva davanti alla porta del palazzo di Lucifer, che è altissima. Uno si chiede: che cazzo di demoni ci devono passare da lì che l’hanno fatta così alta?

Lucifer è stupendǝ.

Anche qui aiuta che abbiano scelto Gwendoline Christie, la Brienne di Game of Thrones (l’unica altra cosa positiva di Game of Thrones dopo Tyrion Lannister e Oberyn Martell) per interpretare il personaggio, che purtroppo nel fumetto pare avere un sesso, mentre qui grazie al cielo non ce l’ha.

Il modo in cui il Sandman si rivolge a Lucifer non ha pronomi specifici.

The Ruler of Hell, dopo i convenevoli, propone subito al Picciono un sodalizio. Manco è arrivato Dream che subito Lucifer gli dice “Senti, gli umani fanno schifo, tu ne sai qualcosa, ti staranno pure sulle balle, no? Allora che ne dici di soggiogarli? Uniamo le forze…

Ma il Picciono rivuole solo il suo elmetto, lo chiama l’Helm of State.

Se lo state si riferisce allo stato come condizione fisica allora l’elmo potrebbe essere anche un modo per viaggiare che ha Dream. L’elmo cambia il suo stato e lo trasforma consentendogli di muoversi tra mondi, sogni e realtà diverse.

Lucifer prende Dream bellamente per i fondelli, lo percula all’ennesima potenza… E Dream se la ride!

Sandman

L’interazione tra i due nella serie è uno spasso. Si vede che il livello di autorità di entrambi è più o meno lo stesso e, sebbene il Sandman si trovi in un regno che non è il suo, può parlare a Lucifer come suo pari.

Non che Lucifer apprezzi, certo, però ci deve stare perché il Picciono non è l’ultimo degli stronzi.

Infatti tira fuori la sabbietta, la sparge, e con quella attira a sé l’elmo e con esso pure il demone Choronzon che l’ha comprato da Ethel.

Che poi, breve intermezzo…

Ma che cazzo se ne fa il demone dell’elmetto di Dream?

Dice pure che l’ha barattato con una cazzatina (così definisce il talismano dell’immortalità che ha dato in cambio a Ethel, che proprio roba di poco conto non è) ma all’elmo ci tiene molto e mi chiedo che se ne fa?

Lo usa appunto per viaggiare? Per passare da Endless anche se non lo è? Per fare il figo con gli altri amici demoni? Ma io boh…

Choronzon non vuole cedere l’elmo manco a sentire l’ordine perentorio della voce profonda del Picciono e così finisce che i due si sfidano a duello.

Ma il demone è furbo.

Al grido di “Lucifer scelgo te!” dà al Ruler of Hell il compito di sconfiggere Sandman al posto suo.

Considerando che il demone ha un nome da Pokémon ci sta tantissimo questo buttare in campo qualcuno a combattere al posto suo. E magari è anche una specie di omaggio proprio a Game of Thrones dove la scelta di un champion era ricorrente.

La faccia “Occazzo…” di Dream a sentire che si scontrerà con Lucifer non ha eguali. Ve la mostro.

La prima.

Sandman

E poi, per rimanere in tema Pokémon, la sua evoluzione.

Sandman

Altra grossa differenza col fumetto che per me vince in tutto e per tutto.

Nel fumetto è il demone a combattere contro il Sandman in una battaglia molto comica che sa di Roast Battle più che di battaglia d’immaginazione. I due sono anche davanti al microfono in un locale e sembrano due stand up comedians.

C’è molto poco pathos, molta poca scena, finisce tutto in fretta e senza momenti particolarmente appassionanti.

Nella serie il fatto che non solo sia Lucifer a combattere contro Dream, ma che il tutto sia anche molto serio dà un tono completamente diverso alla scena e il finale dello scontro si sente tantissimo.

La battaglia della serie è una delle scene più belle che ho visto quest’anno.

Sandman

Ho più volte parlato di quanto io CHERISH (un misto tra apprezzo, proteggo e preservo che non so tradurre) la mia immaginazione.

Posso immaginare di essere qualunque cosa in qualunque momento e lo posso immaginare anche per gli altri.

Non sto dicendo che questo mi rende più o meno capace di scrivere, perché immaginare e trasporre a parole stanno su due piani completamente diversi, però sono capace di farlo.

E veder raccontare così bene questa capacità, trasformandola in una battaglia per la vita, è stato un momento di puro AWE (un misto tra stupore e reverenza che non so tradurre).

Eppure se ci rifletto su io sarei fuori al primo round.

Con tutto che immagino in qualunque momento della mia giornata, non saprei però farlo a comando e rapidamente; dovrei pensarci, dovrei crogiolarmi nella fantasia, dovrei prendermi il mio tempo quindi già al primo round a “Sono un dire wolf” io avrei risposto “Oh, che amore!” e il dire wolf mi avrebbe sbranato.

Nel duello tra Lucifer e il Sandman non c’è bisogno di colpirsi con le mani, che è una cosa squallida anche per i poveri mortali, una roba da cafoni. No, ci si colpisce coi pensieri, presentandosi con altre forme, giocando d’astuzia.

I danni sono visibili sul corpo, però, e questo mi piace moltissimo.

Nel fumetto no, né il demone né il Sandman subiscono danni e, come detto, il tutto finisce mosciamente.

Mentre nella serie la difficoltà del Picciono si avverte e si vede anche ad occhio nudo. Bravissimo Tom ad agonizzare a terra dopo l’attacco di Lucifer che si presenta come l’Anti-Life; quei pochi secondi sono eccezionali.

E bellissima l’idea, sempre della serie, di dare a Matthew il compito di ricordare al Sandman chi è.

I sogni sono tutto ciò che rimane quando il resto muore.

I sogni e la speranza. E Dream è esattamente quello: il sogno, la speranza, ciò che sta all’esatto opposto dell’Anti-Life.

Una breve considerazione va al fatto che sia il demone nel fumetto che Lucifer nella serie sembrano usare l’Anti-Life come metafora per Lucifer stessǝ.

Almeno questa è la mia impressione. Come se l’ultimo round consistesse nell’utilizzo di Lucifer come ultima entità che porta sciagura e Dream come suo opposto che riporta la vita. Ma è solo una mia sensazione.

Il modo in cui si chiude l’interazione tra Picciono e Ruler of Hell, poi, è un’altra chicca.

Una volta recuperato l’elmetto Morpheus vuole congedarsi e lo fa nel modo più rispettoso possibile, congratulandosi con l’onorevolezza di Lucifer.

E Lucifer s’incazza ricordandogli “Onorevolezza un cazzo, prova ad uscire dall’inferno, se ci riesci, non hai alcun potere qui in mezzo ai demoni.”

E a parte il fatto che Lightbringer è un po’ coglionǝ, considerando che il Picciono ha appena dimostrato di non essere un povero stronzo, c’è da dire che il Sandman gliele canta su con una frase che mi ha fatto ululare alla luna.

Che potere avrebbe l’Inferno se i prigionieri non sognassero il paradiso?

Io saltello, mentre Lucifer s’incazza anche di più perché è unǝ sore loser. Dream se ne va nell’eco delle minacce di morte.

Con l’elmetto in testa il Picciono vede il rubino (capacità dell’elmetto che mi pare sia solo nella serie) e si precipita a prenderlo.

Ma…

Vediamo che ha fatto John nel frattempo.

John gironzola e si fa tirare sotto da una macchina. Rosemary alla guida si sente talmente in colpa che si offre di dargli un passaggio.

Un bravo! ad entrambi.

Al primo che apparentemente si è dimenticato come si attraversa la strada al punto che ha fregato pure il suo talismano, che lo protegge da tutto tranne che dalle figure di merda.

E alla seconda che vive in un posto tranquillo e pieno di gente sana, si sa, e che offre un passaggio al primo stronzo che tira sotto con l’auto.

Probabile che si senta tranquilla perché in auto con lei, sul lato passeggero, c’è Susie, la sua Rottweiler. Ma i Rottweiler sono i cani più buoni del mondo, quindi da dove le derivi tutta ‘sta sicurezza non si sa.

Sto scherzando ovviamente.

Non sul fatto che i Rottweiler sono buoni, ma sul prendere in giro Rosemary per la sua bontà e la sua fiducia nel prossimo.

Io non sono così manco per niente. Avrei chiamato ambulanza, polizia e vigili del fuoco, se avessi tirato sotto John, ma mai e poi mai gli avrei dato un passaggio.

Però aiutare il prossimo dovrebbe essere un pregio, quindi Rosemary è una brava persona.

John si accorge di questo e ciò salverà la vita sia a Rosemary che a Susie.

Il John della serie e il John del fumetto sono agli antipodi.

Lo squilibrio mentale del John del fumetto, che lo rende un ospite dell’Arkham Asylum e che ha fatto di lui il Doctor Destiny, è qualcosa di definitivo ed imperdonabile.

Mentre nella serie John corre lungo quel filo sottile tra giusto e sbagliato che non permette di odiare il personaggio in tutto e per tutto.

Inutile specificare che anche in questo caso io apprezzo di più la serie. Questa correzione, così come le altre legate alla discesa nell’inferno del Sandman, per me sono ottime. Andavano apportate.

È un fumetto di trent’anni fa, non apportare modifiche sarebbe assurdo.

Così com’è assurdo barricarsi dietro alla frase “Sono cresciuto con queste idee” per giustificare il proprio bigottismo, razzismo, misoginia e la sgradevole abitudine di fare battute che forse facevano ridere qualcuno decenni fa.

Ci si evolve.

Qui John dà l’idea di essere una persona buona e totalmente persa, chiaro che Rosemary sente compassione per lui. Rosemary è un’anima gentile e cerca di aiutare il prossimo.

Le basta parlare un po’ con John, però, per accorgersi che c’è qualcosa che non va.

Certo John non fa mistero di essere appena uscito da un ospedale psichiatrico, di esserci stato trent’anni, di aver ammazzato gente… Tutte cose che un po’ ti danno via come psicopatico, eh?

E quindi Rosemary comincia ad avere paura. Quando ha la possibilità di chiedere aiuto lo fa, ma il talismano risolve subito il problema proteggendo John e l’aiuto non arriva.

John però non procura male agli altri di suo pugno, viene difeso dal talismano.

Questo dà una vibe diversa alle morti che procura e quindi una vibe diversa al personaggio.

Una cosa che nel fumetto non si avverte, perché lì John, pur non facendo del male con le sue mani, dà comunque una brutta impressione: è un personaggio folle, arrogante, spietato e senza limiti.

Rosemary accompagna John dove vuole, esattamente dove si trova il rubino.

E così torniamo al Picciono, che è lì anche lui, accanto al suo rubino, finalmente.

Proprio nello stesso momento in cui arriva anche John. Amo le coincidenze spettacolari della narrazione.

Il Picciono prende l’oggetto in mano, fa in tempo a dire “Something’s wrong” (Qualcosa non va) e subito un’esplosione lo manda zampe all’aria insieme all’altro picciono Matthew.

Il rubino è modificato, se ricordate. Infatti arriva John, non caga manco di striscio i due piccioni, afferra la gemma e se la porta via. Perché quella gemma è sua e ora risponde solo a lui.

Fuori, regala il talismano di protezione a Rosemary. Possibilmente creando tutto un altro arco narrativo molto interessante e che nel fumetto non esiste.

Io apprezzo questa decisione molto più di quella del fumetto, che invece vede John sparare a Rosemary a bruciapelo perché scopre che lei gli ha mentito su una cazzata.

Comprendo la scelta narrativa del fumetto, perché l’ossessione di John per la verità è importante, ma preferisco invece che Rosemary sia stata risparmiata proprio per la cosa opposta: essere stata sempre sincera.

Ecco dove stanno i cambiamenti importanti, ma che non influiscono in alcun modo sul significato del fumetto.

Si capisce lo stesso che John ha un’ossessione per la verità, ma lo si capisce venendo colpiti positivamente. A beneficio di un personaggio piuttosto che dell’altro e non cambia assolutamente nulla.

Io non mi definisco e penso di non dare la vibe di qualcuno che vuole tutti personaggi positivi che non fanno niente di crudele, ci mancherebbe, mai nella vita.

Però che certe crudeltà siano sempre perpetrate su certi personaggi solo to make a point ha stufato. Così è meglio.

John se ne va dicendo che con quel rubino vuole salvare il mondo.

E vedremo come intende farlo.

Alcune considerazioni sulle differenze tra i due numeri del fumetto e questo episodio. Ma soprattutto su ciò che il fumetto aiuta a comprendere meglio, anche se non è così necessario.

È un surplus, il fumetto è un valore aggiunto, non qualcosa di essenziale per apprezzare la serie, questo ci tengo sempre a ripeterlo. É bello poter amalgamare le due opere. Fatelo, se potete, perché riflettere sul mix di entrambe trovo che non abbia pari.

Ma non è NECESSARIO.

Prima di tutto nel fumetto c’è questo continuo riferimento al fatto che l’Inferno sta cambiando.

Le cose cambiano sulla terra e cambiano anche all’inferno” dice il demone che accompagna il Sandman. E questa visione dell’Inferno personalmente mi piace.

Una visione totalmente diversa da quella di Dante, che lo vede come un luogo statico in cui l’eternità è sempre identica, ed è parte della punizione dei dannati.

Infatti il solo passaggio di Dante che parla con alcune delle anime è qualcosa di eccezionale ed ogni interlocutore di Dante è ben felice di interrompere il suo supplizio per quella botta di novità.

Novità sempre poco apprezzata dai demoni lì attorno che vedono quei momenti di chiacchierata come oltraggi all’Inferno. Virgilio deve SEMPRE ricordare loro che vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole.

La visione di Gaiman in The Sandman me piace di più.

L’Inferno cambia, le regole cambiano, perfino i suoi sovrani cambiano.

I demoni fanno casino, gente che entra, gente che esce, battaglie di immaginazione.

E i dannati sono sempre lì che magari vedono i giorni trascorrere e che comprendono che il tempo passa, ma per loro non cambia nulla lo stesso, rimangono lì a pagare le loro colpe. Anzi, il fatto di avere una speranza o di sognare un posto migliore peggiora di gran lunga la loro dannazione.

Paradossalmente sono più fortunati i dannati di Dante che la speranza la lasciano appena entrano. Una volta persa quella ti rassegni e nulla ha più senso o importanza. La pena è più lieve.

Nel fumetto poi il recupero del rubino è più caotico. C’è di mezzo la JLA, anzi la JLI, e davvero troppi personaggi di cui bisognerebbe conoscere le storie.

All’epoca funzionava, perché tutti conoscevano l’universo DC, mentre non avrebbe avuto senso rendere The Sandman serie così ricca. Probabile che non avessero manco i diritti per farlo, ma quelle sono cose delle quali non conosco le dinamiche.

Il rubino è a Gotham, niente di meno. Per quanto avrei amato sentir citare nomi che conosco bene, secondo me non c’è dubbio che togliendo questa parte il tutto è più fruibile.

E ovviamente mentre John è all’Arkham Asylum si parla del Joker, che vi credete? Il Joker è la rockstar dell’Arkham Asylum.

E mi tocca contraddirmi subito, giusto per un paio di righe, perché metterei in The Sandman il Joker di Joaquin così, per principio, mica perché ha senso.

E l’ultima considerazione è più un’aggiunta a ciò che la serie fa percepire sul rubino di Dream.

Nella serie si capisce che il rubino non è più un possesso esclusivo del Sandman perché John l’ha modificato, ma di questa modifica non si dice molto.

Non importa, perché conoscere i dettagli sulla modifica non è qualcosa che cambia l’utilizzo chiarissimo che John fa del rubino e che è la cosa importante del prossimo episodio.

Ma la cosa interessante è ciò che John dice a Rosemary nel fumetto e cioè che le persone pensano che i sogni non siano reali perché non sono fatti di materia, di particelle.

Ma sono reali, sono fatti di punti di vista, di immagini, di ricordi e speranze perse.

E il rubino sappiamo che serve a trasformare i sogni in realtà, quindi trasforma i sogni in materia.

Pare che ad un certo punto John non sognava più e quindi ha cominciato ad usare il rubino direttamente.

Così l’ha cambiato, fisicamente cambiato, ci ha lavorato sopra per cambiarne la risonanza, e adesso è un sogno solido e nessuno può usarlo a parte lui.

Dream non può più avvicinarsi al rubino per questo profondo cambiamento nella sua essenza apportato da John e quindi staremo a vedere come si supererà questo problema e come il rubino tornerà nelle mani del suo legittimo proprietario.

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Scrivo da quando ho preso in mano una penna per la prima volta. All’epoca mi limitavo a ricopiare le lettere che vedevo, poi col tempo ho imparato a metterle insieme per comporre parole e da lì in avanti è stata tutta una discesa nel pozzo senza fondo della mia immaginazione e della mia logorrea.
Qui ne troverete svariati esempi.
Amo l’intrattenimento ma sostengo a gran voce i numerosi, necessari, abissali cambiamenti che deve fare per diventare un intrattenimento giusto per tutti.
Serie tv di cui potrei parlare per i secoli a venire: Hannibal, Our Flag Means Death, The Sandman…
Film della mia vita: Predestination, Big Fish, Donnie Darko, Men & Chicken…
I MIEI Videogiochi: Death Stranding, The Last of Us Part II, Little Nightmares.

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