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Knock at the Cabin – l’Apocalisse di ‘sta ceppa

Knock at the Cabin – l’Apocalisse di ‘sta ceppa

Ho visto Knock at the Cabin, adattamento (di M. Night Shyamalan) per il cinema del racconto The Cabin at the End of the World di Paul G. Tremblay. E ho da dire qualcosa.

Knock at the CabinPremetto che io e Mr. Shyamalan non abbiamo un bel rapporto.

Gli unici due film che ho apprezzato del suo repertorio sono The Sixth Sense e Unbreakable.

Stop.

Al di là di quei due film trovo la sua regia caotica, e il suo modo di narrare molto poco incisivo.

Non amo i suoi dialoghi e con la sua regia, ahimè, trovo che anche gli attori più bravi diventano pessimi.

Gusti personali.

Ma con questo Knock at the Cabin mi ha fatto proprio arrabbiare.

Se non l’avete visto per favore non leggete, perché devo per forza spoilerare la parte più orrenda del film, il finale.

Non appena conclusa la visione sono corsǝ subito a guardare come finiva il racconto scritto da Tremblay e, pensate un po’, non finiva nel migliore dei modi, ma finiva assolutamente meglio del film che ha partorito Shyamalan.

Che strano.

L’altra premessa che devo fare è che io sono a favore di fanfictions e di tutto ciò che la fantasia può partorire partendo da un’opera originale.

Quindi ben venga chi prende un libro e nel trasformarlo in film cambia il finale, fa modifiche, aggiunge, toglie… Ne ha tutto il diritto, quando autrici e autori lo consentono.

Ciò che sto per scrivere quindi è il MIO pensiero e ciò che IO ho provato di fronte al senso del film e di fronte a questo finale.

Per me il film è inguardabile una seconda volta, ma non dirò mai che è inguardabile per chiunque altro.

Parlo sempre per me.

Con me Shyamalan ha proprio chiuso, di altre opportunità non gliene darò.

Figurarsi se la chiusura non doveva essere la cosa più banale, patetica, inutile, altruista, moscia, priva di coraggio (da un punto di vista narrativo) e fatta solo per andare incontro ad un pubblico che di fatto poi nella realtà, quella vera, NON ESISTE.

La storia è quella di una famigliola composta da due papà e una figlioletta che all’improvviso si ritrovano a dover decidere per il destino del mondo.

Se non decideranno chi tra loro tre deve morire, e non lo ammazzeranno subito dopo, allora tutto il mondo finirà.

E loro resteranno gli unici tre a sopravvivere in un mondo vuoto.

I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse vanno da loro a cercare di convincerli a fare questa scelta.

Come pensate che il capolavoro concepito da Shyamalan finisca?

Che uno dei due papà ammazza l’altro (col suo benestare) per permettere alla figlia di avere un futuro.

E così fermano la fine del mondo.

Ma che storia di MERDA!

No, ma dico! Non posso capacitarmi della merda di finale che ha questa storia.

Ripeto… Per non essere fraintesǝ.

Questa è la MIA sensazione a film finito, non una recensione del film, ok?

Il racconto originale finisce con la bimba che muore per sbaglio e i due padri che, distrutti, non riescono ad uccidersi l’un l’altro.

E probabilmente la fine del mondo ci sarà comunque, perché la bambina è morta per sbaglio e quindi il sacrificio non vale.

Beh, chiaro.

Sapete che in queste storie col sottofondo religioso c’è sempre la divinità amorevole che ti chiede di ammazzare una persona amata per salvare il mondo o chi per esso.

E se quella persona non la ammazzi proprio tu con le tue mani allora non vale.

Ma vaffanculo!

Sapete quale sarebbe stato il MIO finale?

Ovvio, pare anche stupido doverlo scrivere.

Avrei mandato i Quattro Cavalieri di ‘sta Ceppa dove dovevano andare e avrei guardato il mondo bruciare mano nella mano con compagno e figlio eventuale.

Ma poteva trattarsi benissimo della mia cagnolina e la decisione sarebbe stata la stessa.

Se aspettate che io salvi il mondo con alla base un sacrificio stupido, inutile, crudele, bastardo come questo state freschi.

Ma ancora si raccontano queste storie cercando di suscitare qualcosa?

I Quattro Cavalieri di ‘sta Ceppa mano a mano che prosegue il film mostrano alla povera famigliola cosa sta producendo nel mondo il loro ritardo nel prendere una decisione su chi dei tre debba morire.

E CHI SE NE FREGA!

Ma fammi vedere pure un fiume in piena che travolge quattro asili e dieci città rase al suolo da un terremoto.

Se il corrispettivo è perdere (peggio, UCCIDERE con le mie mani!) una creatura che amo…

Ma morissero pure tutte le persone di questa terra!

NON è EROICO ammazzare qualcuno che ami in cambio della salvezza del mondo, cazzo!

Sono cresciutǝ con questa merda nella testa e con questa stronzata del sacrificare il proprio figlio per l’umanità e ogni volta che l’ho sentita ho pensato: BELLA MERDA!

Ma cosa c’è di eroico, altruista e generoso in una cosa del genere?

Me lo dovete spiegare perché io ci vedo solo schifo patetico.

Se questo è l’insegnamento del film, di sacrificare il TUO amore, la TUA famiglia, le persone che AMI per il greater good

Disgustoso.

Se lo fai, per me sei il fallimento più totale sulla faccia della terra, non un eroe.

La differenza tra me e i Cavalieri dell’Apocalisse di ‘sta Ceppa nel film è che se io mi trovassi al loro posto non andrei proprio a chiedere il sacrificio.

Perché darei per scontato che nessuna famiglia SANA DI MENTE potrebbe mai fare una scelta del cazzo del genere.

E se fossi nella famiglia in questione, ripeto, potrebbero dirmi la qualunque ed io risponderei sempre NO, che il mondo finisca, che cavolo me ne frega.

Andrew alla fine spara al compagno.

Anche incitato dal compagno stesso che in una scena che dovrebbe essere toccante (invece ai miei occhi è squallida) gli mostra a parole la bella vita che avrà la figlia dopo che il mondo sarà salvato con la sua morte.

Ma quale vita bella vuoi che abbia?

Quella sa che un padre ha ammazzato l’altro per salvarla e questo dovrebbe renderle bella l’esistenza?

Quanti secoli di terapia ci vogliono per superare i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse che si sono suicidati tutti di fronte a lei uno dopo l’altro e poi la morte di un padre per mano dell’altro?

Oh, che famigliola pronta al sacrificio, che bel messaggio.

Ma vaffanculo!

Una vita di sofferenze a non essere accettati da nessuno, manco dai loro genitori, e quando riescono a tirare su una famiglia e a trovare la loro serenità arriva l’Apocalisse a chiedere loro di fare UN SACRIFICIO?

Pure!

E poi cos’altro vuoi, che ti faccio la spesa e ti porto fuori il cane?

Ma vaffanculo!

Vaffanculo.

Ecco, ho detto ciò che pensavo.

Mi viene proprio il voltastomaco con certe storie e non posso fare a meno di dire come la penso.

Per me questi non sono finali soddisfacenti.

Io ormai sono oltre l’happy o il bad ending.

Non è quello l’importante.

Mi basta solo che il finale sia soddisfacente.

Questo finale è patetico e non infonde SPERANZA come molti potrebbero sostenere, non per me.

È un finale estremamente deludente, ingiusto e che, almeno nel mio caso, fa proprio incazzare.

E poi, appunto, finale confezionato per chi?

Voglio sapere CHI, là fuori, ucciderebbe figli o marito o moglie (CHE AMA, sottolineo) per la salvezza dell’umanità.

E se esistesse questa persona per me dovrebbe farsi un paio di domande sull’amore che prova per la sua famiglia.

Non è egoismo salvare chi ami a dispetto di tutto il resto del mondo, mi spiace, ma per me è così.

Per me è solo la logica.

Oh, m’è passata, mi sono sfogatǝ.

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Scrivo da quando ho preso in mano una penna per la prima volta. All’epoca mi limitavo a ricopiare le lettere che vedevo, poi col tempo ho imparato a metterle insieme per comporre parole e da lì in avanti è stata tutta una discesa nel pozzo senza fondo della mia immaginazione e della mia logorrea.
Qui ne troverete svariati esempi.
Amo l’intrattenimento ma sostengo a gran voce i numerosi, necessari, abissali cambiamenti che deve fare per diventare un intrattenimento giusto per tutti.
Serie tv di cui potrei parlare per i secoli a venire: Hannibal, Our Flag Means Death, The Sandman…
Film della mia vita: Predestination, Big Fish, Donnie Darko, Men & Chicken…
I MIEI Videogiochi: Death Stranding, The Last of Us Part II, Little Nightmares.

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