Eravamo rimasti con Hannibal già innamorato perso di Will e Will che medita di metter su famiglia con Hannibal. E siamo solo al secondo episodio della serie.
D’accordo, l’esagerazione da parte mia è sempre un espediente comico, ma in questo caso neanche poi troppo.
Insomma, Hannibal ha guidato per più di un’ora, di notte, per raggiungere Will (incontrato solo poco tempo prima) e portargli la colazione.
Sì, la colazione era carne umana e quindi Hannibal aveva fretta, mica che andava a male, però capite che l’interesse nei confronti di Will è massimo.
Hannibal non ha mai incontrato prima qualcuno che potesse assumere il suo punto di vista e COMPRENDERLO.
Will, dal canto suo, non è mai stato accettato veramente da nessuno.
E soprattutto non è mai stato VISTO veramente da nessuno.
Ciò che Will nasconde dentro sé, ciò che cela dietro alle fortezze che ha costruito nella sua mente per nascondersi agli altri non è mai stato visto da nessuno. A parte Hannibal.
Hannibal vede Will per ciò che è nell’esatto momento in cui lo conosce.
Chi potrebbe mai sottrarsi alla lusinga di una persona che ti vede esattamente per ciò che sei, senza filtri, senza maschere e ti apprezza proprio per quello?
All’inizio si scappa impauriti, come fa Will, poi però la curiosità di conoscere chi ci apprezza così è tanta.
Will e Hannibal hanno indossato maschere per tutta la loro esistenza; chi per un motivo, chi per un altro.
Will ha costruito fortezze, Hannibal vive Behind the Veil (Dietro il velo) indossando la sua Person Suit (il costume da persona normale che si è messo addosso).
Tutte metafore che servono ad indicare quanto entrambi sono bravi a far credere di essere quello che non sono.
La differenza tra Hannibal e Will è solo nella consapevolezza che hanno di loro stessi.
Hannibal sa chi è e lo nasconde per non essere beccato, ovviamente.
Will pensa di sapere chi è e quando si accorge di essersi sbagliato per un attimo annega nel terrore.
Will non è spaventato da Hannibal, è terrorizzato da se stesso.
Ci arriveremo.
Comunque ora che si sono incontrati, quando sono da soli, non devono più fingere. Ed è un grande sollievo.
Tra il serio e il faceto Will e Hannibal se lo dicono fin dal primo incontro Siamo uguali io e te.
All’inizio se lo dicono tanto per dire, ma in realtà hanno ragione da vendere. Si accorgeranno di quanta ne hanno.
Sì, perché che succede in questo secondo episodio?
Che Jack si fa due scrupoli di ‘sta ceppa per aver buttato Will in campo senza curarsi della sua salute mentale quando Alana gli aveva chiesto espressamente di NON farlo.
Visti i risultati, cioè alla prima uscita in campo Will si è trovato costretto ad uccidere Hobbs, Jack ritiene sia il caso di farlo vedere da uno bravo, per dirla con ironia.
Immaginatevi la situazione di Will.
Ha un’empatia tale per cui su ogni scena del crimine la sua capacità è quella di immedesimarsi nel killer e ripetere l’omicidio così come è stato commesso.
Will già teme questa cosa perché lo sente che un po’ gli piace, che un po’ gli è entrata nelle vene questa cosa, ma con la giustificazione suprema del salvare vite Jack lo convince a farlo e rifarlo costantemente.
Già alle prime battute non solo Will è stremato da tutte le morti che vede e gli omicidi che commette nella sua immaginazione, ma si ritrova a commetterne uno per davvero.
Lì scatta qualcosa in lui che non era scattata finché gli omicidi restavano nella sua immaginazione.
Lì scatta un assaggio di potere e di giustizia che Will non aveva mai provato.
In tutto questo bel caos mentale di Will, Jack ha la grandiosa idea (sostenuta da Alana) di affidarlo alle cure del dottor Lecter!
Va beh, si ride perché, per antonomasia, si sa che vuol dire avere come psichiatra Hannibal Lecter. Tuttavia per Will le cose sono un po’ diverse che per gli altri.
Quindi Will comincia a frequentare lo studio di Hannibal sotto costrizione. All’inizio infatti è diffidente e circospetto.
Lo vedete da come si arrampica sulla libreria del dottore e gli parla dal soppalco per non stargli per niente vicino.
Cambierà questa cosa, eccome se cambierà.
Will in ogni caso è intrigato da Hannibal.
Da subito mette le mani avanti e gli dice “Keep it professional” (Manteniamo un rapporto professionale), ma anche ‘sta cosa andrà a farsi benedire più o meno al secondo appuntamento.
Perché Hannibal fa domande scomodissime e a Will piace. I discorsi che si fanno nello studio del dottor Lecter toccano temi a cui Will non si è mai sognato di dar voce in tutta la sua vita.
Il famoso Giving voice to the Unmentionable (dare voce a ciò che è innominabile) di cui parla Hannibal.
Il principale motivo per cui Will inizia le sessioni con Hannibal è perché Jack vuole il timbro di approvazione di Hannibal sulla stabilità mentale di Will.
E Hannibal ovviamente dà quel timbro a Will seduta stante.
Subito.
Sei totalmente funzionale e più o meno sano di mente.
Gli comunica la prima volta che si vedono.
Perché?
Perché Hannibal vuole che Will continui ad andare da lui per sua volontà.
Chiaramente Will non dovrebbe stare sul campo.
Jack lo vuole lì per suo tornaconto personale.
Will chiude i casi in due minuti, certo che Jack lo vuole lì.
Will poi vuole stare sul campo per salvare vite, sentirsi utile e potersi dire che lui sta dalla parte dei giusti, nonostante quello che troppo spesso prova sulle scene del crimine.
Finché salva vite non ha niente che non vada, non è un folle criminale.
Hannibal dà sia a Jack che a Will quello che vogliono.
Il suo timbro di approvazione sulla sanità mentale di Will è per far stare tranquillo Jack, mentre Will continua a vivere sulle scene del crimine quella sensazione che Hannibal desidera che Will provi sempre di più.
Dopo averlo rassicurato di essere più o meno sano, Hannibal inchioda Will con una considerazione lapidaria alle prime sedute.
“Consideri Abigail una figlia surrogato.”
Will ci rimane, infatti, per essere stato letto così in fretta.
Però, quando sente Hannibal dire che anche lui si sente responsabile per Abigail, nello sguardo di Will si nota sollievo e anche gratitudine.
Il discorso che Hannibal gli fa su quanto si senta in obbligo nei confronti di Abigail, che non ha più una famiglia per colpa loro, avvicina Will a lui più di qualsiasi altra cosa.
Hannibal è bravo a creare legami indissolubili. Sia a parole che a fatti.
Ed è un ottimo psichiatra.
Dice cose a Will che sarebbero utilissime a tenerlo a galla e a non fargli oltrepassare quella linea oscura, se solo Will non volesse oltrepassarla.
Hannibal non ha interesse a predare su menti che non siano già inclini alla devianza.
Questa prima stagione sarà un lungo calvario per Will, non sto dicendo il contrario, Hannibal lo metterà a dura prova.
Ma in un sacco di occasioni Will avrà la possibilità di mandare tutti affanculo e salpare con la sua barca per terre lontane eppure non lo farà mai.
Will ha un attaccamento per Abigail che si basa solo sul fatto che le ha ucciso il padre e quindi si sente in colpa nei suoi confronti. Si sente legato a lei per quello e anche per la conseguente solitudine che ora permea la vita della ragazza.
Lui è solo, Hannibal è solo, Abigail è sola.
Will è molto toccato dalla solitudine, una delle ragioni per cui salva i cani che poi porta a vivere con lui: per non lasciarli soli.
A parte questo con Abigail non ha altro legame.
La ragazza è in coma, non le ha ancora rivolto la parola, però già Will sostiene con Jack che lei non c’entra nulla con gli omicidi commessi dal padre.
È curiosa questa ostinazione di Will che, così come per Hannibal, anche per Abigail sembra perdere i suoi superpoteri da cacciatore di serial killer.
Vedremo che Abigail c’entra eccome con gli omicidi delle ragazze e sappiamo che Hannibal è ciò che è, eppure Will non vede nessuno dei due per molto tempo.
Al momento è come se fosse cieco e credo che lo sia nei loro confronti esattamente come lo è nei confronti di se stesso.
Perché infatti quando capirà chi sono sia Abigail che Hannibal, comunque, l’amore che prova nei loro confronti non verrà meno. Sarà messo alla prova, ma non cambierà.
In questa seconda puntata c’è uno psicopatico che coltiva funghi sui cadaveri.
Cadaveri che produce lui ovviamente.
Sotterra vive persone su cui poi fa crescere i funghi, che sono la sua passione.
Non da mangiare, ma perché sostiene che sono creature vive che sentono la tua presenza e che comunicano tra loro in modi a noi sconosciuti.
La varietà di psicopatici in questa serie è senza limite e la quantità di assurdità che fanno a riprova del fatto di essere degli psicopatici è ancora più vasta.
Il serial killer di questa puntata sarebbe felice nel mondo di The Last of Us, chissà quanto amerebbe i cordyceps.
Anyway, questo folle dà modo a Will e Hannibal di parlare di cose interessanti durante una seduta.
Will torna da Hannibal spaventato dalle sue allucinazioni su Hobbs e dice a Hannibal che forse non è poi tanto sano di mente.
Hannibal, di nuovo, lo becca subito.
“È diventato più pesante immaginare l’emozione che qualcuno prova ad uccidere, adesso che l’hai provata anche tu?”
Proprio quello che dicevamo. Finché immaginava bene, ma ora Will ha PROVATO cosa vuol dire uccidere.
Infatti Will annuisce.
E Hannibal sembra toccato da questa ammissione di Will così rassegnata.
Si vede che Will vuole aprirsi su questa cosa in particolare, ne vuole parlare, ma Hannibal non forza nulla e cambia argomento.
Abilissimo, in questa seduta Hannibal fa arrossire Will, lo imbarazza e già si vede che lo sta corteggiando.
Il rapporto che si crea tra questi due è reale.
Hannibal è accattivante, intelligente, elegante. Queste non sono colpe.
Will è naturalmente attratto dalla sua mente e dal tipo di discorsi che gli è possibile fare con un uomo del genere. E con chi altri li potrebbe fare? Con Jack?
Hannibal piano piano diventa amico di Will e senza forzare nulla.
In questo episodio conosciamo inoltre Freddie Lounds, altro genderswap riuscitissimo.
Ricorderete, nel film Red Dragon, Freddie interpretato da Philip Seymour Hoffman.
Ecco, nella serie Hannibal la parte invece è di Lara Jean Chorostecki che è bravissima, manco a doverlo specificare. In questa serie sono tutti ottimi attori.
La giornalista sarà sempre vicinissima alla morte brutale, eppure sempre risparmiata sia da Hannibal che da Will.
Arrogante, senza scrupoli, opportunista, eppure avrà sempre salva la vita.
Odia Will Graham e se potesse distruggergli la carriera lo farebbe subito. Ci proverà in più di un’occasione.
A voler ben guardare è l’unica, a parte Hannibal, a beccare Will per ciò che è fin da subito. Lei più per pregiudizio che per altro, però ci becca. Questo impersona serial killer tutti i giorni, qualcosa che non va deve averla.
Più o meno ha ragione.
Scrive su Tattle Crime, il sito web che lei usa per guadagnare sulle disgrazie altrui. E quando le riesce ovviamente scrive le peggio cose su Will.
Hannibal avrà subito un assaggio della spavalderia e della mancanza di scrupoli della ragazza, la definirà anche maleducata in più di un’occasione. E la maleducazione per Hannibal è inaccettabile, si sa. Eppure alla donna non sarà mai torto un capello.
Ne parleremo con calma negli episodi a venire.
In questo vediamo Freddie già raggirare non solo le forze dell’ordine, ma anche persone molto vicino a Will pur di avere qualcosa di succulento da scrivere sul suo sito.
Questo perché, come già detto, Will non è attorniato da bella gente.
Sì, d’accordo, Will non è il massimo della simpatia e non è manco il massimo dell’affabilità con gli altri.
Ma anche questa non è una colpa.
È l’esatto opposto di Hannibal. Will è schivo, diffidente, non dà confidenza e i suoi rapporti sono esclusivamente lavorativi.
Il gruppo di laboratorio con cui si trova spesso a collaborare, Beverly, Zeller e Price, prova ad includerlo in un’atmosfera più allegra e rilassata, ma Will non arriverà mai ad essere così spigliato con loro.
E questo sarà sempre un problema per Zeller, ad esempio.
Non ho in simpatia manco questo personaggio, che spiffera a Freddie Lounds cose su Will, probabilmente mentre è in intimità con lei. E questo è davvero patetico.
Ma non solo, Zeller sarà il primo a puntare il dito su Will quando sarà accusato ingiustamente e l’ultimo a scusarsi quando Will sarà scagionato.
Beverly purtroppo non sarà un’amica migliore, per Will, mentre Price sarà sempre molto distaccato e imparziale, unico davvero intelligente del gruppo, secondo me.
Tra i tre del laboratorio invece c’è affiatamento, lavorano bene insieme.
Il rapporto tra Zeller e Price ha anche un po’ di romance, in sottofondo, con Price dichiaratamente omosessuale; però resterà tutto molto in superficie.
Parliamo poi di Jack e delle sue cene con Hannibal.
Mi sentirete molto scherzare su questa cosa, perché è diventato un po’ il mio marchio di fabbrica quando faccio battute su Jack.
Però, anche qui, scherzo fino ad un certo punto.
Cioè, è vero che Hannibal si adopera molto per tenersi vicini i suoi nemici, ma con Jack non fa alcuna fatica, perché quello sta sempre seduto a tavola con lui. Sempre.
Jack mangia a scrocco come se non ci fosse un domani e Hannibal fa l’errore di invitarlo a cena una volta e poi non se lo leva più di torno.
A volte penso che Jack abbia capito tutto di Hannibal fin da subito, però gli piaceva troppo sedersi a tavola a mangiare coniglio e ha evitato di arrestare Hannibal e metterlo sulla sedia elettrica per quello.
Le battute sul cannibalismo si sprecano, alla tavola di Hannibal, e le risate che Jack si fa, inconsapevole di quello che sta mangiando, non si contano.
Hannibal è un simpatico umorista e ridersela sotto i baffi con queste battute del cazzo è un po’ il momento più bello della sua giornata.
Cretino.
Jack mentre si ingozza, “Cos’è questo dottore?”
Hannibal, “Coniglio.”
Jack, “Eh sarebbe dovuto saltellare via più velocemente.”
Hannibal ridendo, “Eh sì.”
E intanto si vede la scena in cui Hannibal ha inseguito e ucciso il ragazzo/coniglio che Jack sta mangiando.
In effetti sarebbe dovuto scappare più veloce.
Ecco, siamo a questi livelli di umorismo a tavola con Hannibal.
Nel frattempo, tra un coniglio e l’altro, si parla di Will ed è quello che interessa a Hannibal.
Anche in questo episodio il colpevole è arrestato in un batter d’occhio. Tra l’altro vuole uccidere Abigail, tanto per cambiare, ‘sta ragazza pure in coma non ha un attimo di tregua, e Will lo ferma in tempo.
Sparandogli senza ucciderlo.
Questo fornisce lo spunto di conversazione con Hannibal subito dopo.
Will, “Non l’ho ucciso, ma volevo farlo.”
Eccolo.
Si apre così un discorso finale sul fatto che Will era felice di uccidere Hobbs non tanto per salvare Abigail quanto per uccidere Hobbs e basta. Cosa che Will non rinnega del tutto.
Hannibal dice, “It’s beautiful in its own way. Giving voice to the unmentionable.” (É bello a suo modo, dare voce all’innominabile)
E subito dopo, “Did you really feel so bad because killing him felt so good?” (Ti sei sentito davvero così male perché ucciderlo ti ha fatto sentire così bene?”
E Will annuisce e finalmente ammette, “I liked killing Hobbs” (Mi è piaciuto uccidere Hobbs).
Perché poter dare voce all’unmentionable è bellissimo e liberatorio, per Will.
Ancora può mascherare quel suo piacere con la scusa che ha ucciso qualcuno che se lo meritava, ma non potrà mentire così ancora per molto.
Hannibal fa inoltre un interessante paragone con dio.
A Dio deve piacere uccidere perché lo fa tutti i giorni e non siamo creati a sua immagine? dice Hannibal a Will. E poi aggiunge, Ha fatto cadere una chiesa sui fedeli mentre cantavano un inno.
E si è sentito bene a farlo? È la domanda Will.
Si è sentito potente. É la risposta di Hannibal.
Il God Complex Hannibal ce l’ha, ovviamente, ed è grosso come una casa.
Ho sempre sostenuto e sempre sosterrò che l’Hannibal di questa serie ha qualcosa di sovrannaturale. Il suo essere tratteggiato sia sull’Hannibal di Harris che su Lestat della Rice lo rende un diavolo.
Di lui più avanti si dirà He’s the Devil, He’s Smoke. È il diavolo, è fumo.
E per come è strutturata la serie, per il suo parlare attraverso metafore, per il suo simbolismo, per com’è a tratti basata su azioni e accadimenti impossibili, io trovo l’accostamento perfetto.
Hannibal non è umano e questa sua aura non umana lo rende molto interessante.
Perché se fosse l’Hannibal dei libri non sarebbe così interessante.
L’Hannibal dei primi tre libri è un serial killer molto poco interessante; ammazza e basta. Patetico.
Il vero Hannibal interessante è quello di Hannibal Rising.
E quello è sì un libro settato prima di tutti gli altri, sull’infanzia di Hannibal, ma è stato scritto dopo tutti gli altri, quando Hannibal Lecter era già un personaggio famoso e Harris probabilmente voleva dargli uno spessore che nei primi tre libri non ha.
Hannibal Rising tratta di un gran bel personaggio, che però non coincide con lo squallore che poi si presenta ai nostri occhi con Red Dragon, Silence of the Lambs e Hannibal.
Per me l’Hannibal della serie tv è l’Hannibal di Hannibal Rising cresciuto e diventato qualcosa d’altro rispetto a quello nei tre libri che lo vedono protagonista o coprotagonista.
L’Hannibal della serie è una creatura ammaliante e interessante.
Nella prima puntata Will gli dice “I don’t find you that interesting.” (Non ti trovo così interessante)
Eh beh, quella considerazione cambierà.
Scrivo da quando ho preso in mano una penna per la prima volta. All’epoca mi limitavo a ricopiare le lettere che vedevo, poi col tempo ho imparato a metterle insieme per comporre parole e da lì in avanti è stata tutta una discesa nel pozzo senza fondo della mia immaginazione e della mia logorrea.
Qui ne troverete svariati esempi.
Amo l’intrattenimento ma sostengo a gran voce i numerosi, necessari, abissali cambiamenti che deve fare per diventare un intrattenimento giusto per tutti.
Serie tv di cui potrei parlare per i secoli a venire: Hannibal, Our Flag Means Death, The Sandman…
Film della mia vita: Predestination, Big Fish, Donnie Darko, Men & Chicken…
I MIEI Videogiochi: Death Stranding, The Last of Us Part II, Little Nightmares.