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Hannibal S01E01 – Apéritif – Approfondimento

Hannibal S01E01 – Apéritif – Approfondimento

Per me parlare di Hannibal è come discutere una tesi. Non credo ci sia nulla che ho studiato di più in ogni suo fotogramma. Non credo ci sia nulla che ho guardato con la stessa intensità e la stessa voglia di comprendere ed interpretare.

HannibalLa serie televisiva Hannibal, creata da Bryan Fuller e ispirata dalle opere di Harris, è ciò che ha segnato non solo il mio ritorno definitivo come content creator in rete ma anche, più in generale, la mia stessa vita.

Non sto esagerando affatto.

Come anche Will dirà ad un certo punto della serie, la mia vita si divide in prima di Hannibal e dopo Hannibal.

Will ed io intendiamo due cose diverse, ma la frase resta.

Perciò quel lavoro che ho fatto per tante serie, e cioè di analizzare ogni singolo episodio, lo devo a Hannibal più che a qualsiasi altra opera.

Glielo devo per ciò che ha significato e tuttora significa per me e glielo devo perché non troverete una storia d’amore altrettanto struggente, simbolica, appassionata e poetica da nessun’altra parte là fuori.

Hannibal e Will sono due personaggi che straziano in più di un modo e di cui ci si innamora in più di un modo.

Ma questo lavoro sarà per me anche il più lungo e il più difficile da fare; perché tralasciare, non dire tutto, dirlo male o dirlo di fretta sarebbe inaccettabile.

Perciò abbiate pazienza e, se siete interessati a questi pezzi, abbiate fiducia che continueranno ad uscire per ogni puntata.

Ma non avranno cadenza fissa, perché prima di postare devo avere la certezza che almeno il novanta percento delle cose da dire sia stato detto.

Prima di cominciare vi invito ovviamente a guardare la serie perché è un capolavoro.

In caso l’abbiate già fatto, vi invito a seguire le mie parole fissandovi bene nella mente che Hannibal e Will sono due personaggi di una storia, non sono reali e vivono in un mondo irreale che non è il nostro.

Questo è importante da stabilire all’inizio, perché nulla di ciò che fanno Hannibal e Will è accettabile in una relazione tra esseri umani del nostro mondo, un po’ ciò che dicevo per Lestat e Louis di Interview with the Vampire.

Ma nel loro mondo Hannibal e Will fanno ciò che vogliono, quello è il loro modo di comunicare. Affari loro.

In più sono due creature sullo stesso piano, con le stesse capacità e la stessa natura manipolatoria, nessuno dei due prevale sull’altro.

Queste sono tutte cose di cui parlerò nel corso degli episodi che ora riguarderò per la tredicesima volta.

Il paragone con Lestat e Louis non è un azzardo perché Bryan Fuller si è ispirato moltissimo alle dinamiche tra i due vampiri per tratteggiare questi due Hannibal e Will che si discostano (eppure restano anche fedeli) a quelli dei libri.

Considerando che Will Graham esiste solo nel libro Red Dragon, e non fa parte della vita di Hannibal al di fuori di quel libro, è interessante paragonare il lavoro di Fuller ad una lunga, meravigliosa fanfiction in onore di Harris e dei personaggi da lui creati.

Se conoscete film e libri della saga troverete nella serie televisiva omaggi, citazioni, riferimenti e capirete con quanta dedizione Fuller si è dedicato alla creazione di questo gioiello.

In apertura del primo episodio conosciamo subito uno dei due protagonisti: Will Graham.

Ne apprendiamo il superpotere (lo chiamo così per comodità) e in seguito veniamo anche a conoscenza di alcuni tratti importanti del suo carattere.

Will è in grado di empatizzare con chiunque a livelli tali che gli basta guardare una scena del crimine per ricostruirla all’istante, vederne ogni minimo dettaglio, sapere ogni cosa su vittime e carnefici.

In particolare sui carnefici, però.

Will ha una forte propensione ad empatizzare con gli assassini e questo lo rende il consulente dell’FBI perfetto.

Non necessita di essere proprio un agente dell’FBI, basta consultarlo e il criminale è preso.

Questo fa gola a Jack Crawford che SA perfettamente che Will non è stabile abbastanza per entrare nelle forze dell’ordine.

Will ha fallito il test di ammissione per questa sua instabilità.

Ma Jack lo va a prendere lì nella classe dove insegna e gli chiede se può Prendere in prestito la sua immaginazione.

Questa scena è emblematica.

Jack e Will si conoscono già, si sono già incontrati. E quell’incontro non è stato un grande affare, infatti Will non prova simpatia per Jack.

Jack ha allestito una sorta di museo di ricerca sui serial killer e l’ha chiamato Museo delle menti malvagie (Evil Minds Museum). Questo a Will non va giù e a Jack lo dice senza problemi.

Qui si ha l’impressione che Will con la sua arroganza e il suo essere schivo e riservato sia distaccato quanto basta da Jack Crawford per trattarlo con sufficienza e mandarlo a cagare.

Considerando come si evolvono le cose (io analizzo la serie conoscendone già ogni aspetto) sarebbe stato bello se Will si fosse schermato fino in fondo dietro quella sua aria da professorino so tutto io.

Will è un arrogante.

Perché sa di avere delle capacità fuori dal comune, sa di saperle mettere in pratica, sa che la sua immaginazione gli permette di fare qualcosa che nessun altro può fare e sa di avere ragione nella stragrande maggioranza dei casi.

Quindi mi chiedo sempre perché non sia stato un arrogante little shit con Jack Crawford fino in fondo.

No, Will si fa convincere perché Jack gli dice che salveranno delle vite.

Will si fa tirare dentro qualcosa che cambierà tutta la sua vita, completamente, all’inizio col solo ed unico scopo di prendere assassini che altrimenti ucciderebbero ancora.

Quanto cambieranno le carte in tavola nel corso degli episodi non si può nemmeno immaginare.

Will è il personaggio con più sfaccettature di questo piccolo universo che è Hannibal la serie.

Hannibal Lecter sarà irrimediabilmente attratto e affascinato dalla mente di Will Graham perché non solo Will Graham è l’unico che può capirlo, ma anche perché l’oscurità che ha dentro Will lo ammalia.

L’oscurità di Will, così ben celata perfino agli occhi di Will stesso, è qualcosa a cui forse nemmeno Hannibal Lecter in tutti i suoi anni a nascondersi in piena vista dopo aver commesso crimini indicibili ha mai potuto aspirare.

L’immaginazione di Will e il suo potersi immedesimare in chiunque lo rende una sorta di embrione che può trasformarsi in qualunque cosa, buona o cattiva.

E vedremo che la tendenza di Will sarà sempre più verso la seconda opzione.

Quindi Jack prende Will e lo catapulta nel bel mezzo dell’unica cosa da cui dovrebbe stare lontano: le scene del crimine.

Nell’universo di Hannibal la serie vedrete che ci sono più serial killer e morti ammazzati nei dintorni di Baltimora che in tutto il resto del mondo.

Ultimamente spariscono ragazze da quelle parti, giusto per non farsi mancare niente, e tutte le ragazze sono molto simili, sembrano quasi fatte con lo stampino.

Capelli neri, giovani studentesse, carine, pulite… Will guarda le loro foto e in un istante dice a Jack la cosa più essenziale da sapere: quelle sono tutte ragazze-surrogate.

Il killer uccide le altre, ma il vero oggetto delle sue attenzioni è una ragazza in particolare, quella che scatena tutta la furia omicida.

Chi sia quella ragazza non si sa, ma indagando in quel senso si trova anche il killer.

Vedrete come questa prima puntata segnerà tutta la vita di Hannibal e Will e tutte e tre le stagioni del telefilm.

A questo punto della storia Will sembra aver mandato a cagare Jack Crawford che però non accetta i no per risposta e va a cercare Alana Bloom per chiederle informazioni su Will.

Bryan Fuller trovava i lavori di Harris una sausage fest (in gergo: una roba con dentro troppi uomini) e quindi noterete che all’interno della serie molti personaggi maschili sono stati trasformati in personaggi femminili.

Alana (nei libri Alan) Bloom è una di questi.

Stimata psicologa, viene contattata da Jack per chiederle se Will è adatto ad andare sul campo e lei risponde chiaro e forte “NO”.

Jack sembra non sentire quella parola.

Vuole a tutti i costi qualcuno che guardi Will e dica “Sì, quest’uomo può fare da consulente per l’FBI” e così, consigliato da Alana, chiede a Hannibal Lecter.

Non so se già notate come Will è attorniato da gente che gli vuole bene.

No, seriamente. Quello che gli vorrà più bene e si preoccuperà di più per lui nel corso della serie sarà Hannibal; e ho detto tutto.

Insomma si vede che Will non sta bene quando si trova su una scena del crimine. Perde il senso del tempo, si estranea, è come se non vedesse niente attorno a lui a parte il cadavere.

Lui poi si trasforma nel killer, ne assume il punto di vista.

Will vede in continuazione se stesso ammazzare persone innocenti; per immedesimarsi deve VIVERE l’omicidio ed è qualcosa che lo distrugge.

Jack, come fai a pensare che sia qualcosa di salutare per Will?

Anche se fossi una persona completamente incapace di capire cosa può fare l’immaginazione, come puoi credere che questo modo di indagare sui delitti sia salutare per la mente di quest’uomo?

Ma a Jack non frega nulla, lui lavora per il Bene Supremo.

Che sarà quello di salvare vite, sì, d’accordo, ma è anche quello di risolvere casi e mettersi il cuore in pace, a mio avviso.

Così Jack va in visita a Hannibal Lecter.

HannibalGenio.

Hannibal conduce una vita interessante, al momento.

Jack l’aveva quasi beccato anni prima, grazie alle indagini di una recluta dell’FBI che poi Hannibal ha fatto sparire (lo vedremo) e adesso se lo ritrova fuori dal suo studio perché “gli deve parlare”.

Ogni volta che vedo questa scena mi sbellico.

Hannibal lascia Jack fuori ad aspettare per ore dicendogli in pratica “La ricevo non appena mi sono fatto gli affaracci miei”. Ed io approvo.

Ti sta bene, Jack, spero davvero tu abbia aspettato fuori per ore.

Io amo Jack, sia ben chiaro.

No, aspettate, non sopporto come tratta la gente e Will e non sopporto il suo carattere.

Non lo amo come personaggio, amo il suo ruolo all’interno della serie e lo trovo perfetto per ciò che deve fare.

Lui è il personaggio che più vorrei veder pagare per ciò che fa. Perché ciò che fa non è meno grave di ciò che fanno gli assassini di tutta questa serie.

Qui non ci sono buoni o cattivi e almeno per me trovare un personaggio preferito è difficile.

Trovare un personaggio positivo è difficile.

Tutti si macchiano di colpe gravissime che sono imperdonabili.

Anche riguardo agli stessi Hannibal e Will non ho preferenza per nessuno dei due, perché presi singolarmente sono personaggi che ai miei occhi non sono interessanti.

Insieme, solo insieme, diventano qualcosa di fenomenale.

Alla fine Jack riesce ad entrare nell’ufficio di Hannibal Lecter, così conosciamo anche lui.

Hannibal è un curioso psichiatra molto eccentrico, molto elegante, eccezionalmente colto.

Ah, e bellissimo, ci terrei a dirlo per correttezza.

Mads Mikkelsen e Hugh Dancy sono due uomini belli da far schifo. Va detto.

Ma questo a Jack non interessa, è lì per un altro motivo.

Il direttore dell’FBI è furbo e sembra capire subito come rivolgersi al dottor Lecter. Se lo ingrazia con qualche leccata qui e lì, ne loda le doti artistiche e culturali.

Apriti cielo, Hannibal è un pavone che non finisce più. Lo vedi proprio fare la ruota e guardarsi allo specchio per ore, quindi accetta subito qualunque cosa gli chiede Jack Crawford.

In realtà, per essere seri, credo che Hannibal abbia fatto due più due e deciso come al solito di tenersi più vicino possibile i nemici; piuttosto che eliminare Jack Crawford, per Hannibal è una sfida più stimolante prenderlo per i fondelli e fargliela sotto al naso.

In più credo che il nome di Will Graham fosse già stato fatto dalle sue parti. Deve averne parlato con Alana, deve averlo sentito prima di allora, doveva esserne incuriosito.

Questa è una cosa che nella serie non verrà mai detta, ma non è possibile per me che Hannibal non avesse sentito parlare di Will prima.

Will aveva già investigato sul Chesapeake Ripper (lo squartatore di Chesapeake, che poi è Hannibal) e non è possibile che un killer/psichiatra come Hannibal non avesse sentito fare il suo nome prima.

In ogni caso Hannibal accetta di fare il profilo di Will.

Solo che Jack è cretino e non è che lo avvisa prima, no, gli fa fare l’imboscata da Hannibal, gli tende il trappolone.

Al primissimo incontro Will e Hannibal si ritrovano gomito a gomito nell’ufficio di Crawford, mentre ancora parlano dell’altro killer, quello delle ragazzine studentesse, il Minnesota Shrike.

Hannibal dà un’occhiata a Will, lo sente parlare per due secondi e ne fa un profilo psicologico accurato che subito gli sciorina lì davanti senza un minimo di ritegno.

E Will scappa.

Letteralmente scappa.

Se non avete mai provato cosa significa essere letti dentro fin nel minimo dettaglio della vostra anima non potete capire cosa si prova.

Ci credo che Will scappa.

E si incazza.

Jack dice a Hannibal di tentare un approccio meno invasivo.

E per tutta risposta Hannibal nell’ordine: ammazza una ragazza facendo finta di essere il Minnesota Shrike, ne cucina i polmoni, guida per ore di notte fino a raggiungere il motel di Will e gli porta la colazione a letto.

Ecco cosa succede quando chiedi a Hannibal un approccio meno invasivo.

Del resto Hannibal è stato automaticamente inserito nelle indagini, primo perché Jack Crawford chiama cani e porci all’interno delle indagini e se potesse inviterebbe anche il suo macellaio di fiducia e sua nonna sulla scena del crimine, e poi perché Hannibal è bravo ad insinuarsi un po’ ovunque.

Soprattutto nella camera del consulente dell’FBI mezzo nudo.

Quindi Will non solo si mangia la colazione che Hannibal gli ha portato, ma lo invita pure ad andare con lui a fare interrogatori porta a porta allo scopo di raccogliere informazioni sul Minnesota Shrike.

Will tra l’altro capisce subito che la ragazza uccisa da Hannibal non ha niente a che fare col Minnesota Shrike e Hannibal ammira questo di Will.

Non è riuscito a fregarlo.

Hannibal ama le sfide e con Will è subito sfida aperta. Hannibal non ha mai conosciuto una mente come la sua.

In tutto ciò non abbiamo ancora detto che questo Minnesota Shrike, che segnerà tutto il resto della serie, è un cannibale. Will lo scopre quasi subito.

Capirete che Hannibal si inserisce nelle indagini con gioia anche perché lo considera un collega. Un rivale, più probabilmente.

L’unico indizio che hanno al momento è una particella di metallo trovata sull’abito dell’unica ragazza ritrovata, quella su cui ha indagato Will, e così Hannibal e Will si recano ad un cantiere edilizio dove ci sono dei tubi fatti con quel metallo e dove con tutta probabilità lavora il killer.

Will ha anche dedotto che il killer deve avere una figlia che sta per lasciare casa per andare al college e che quello dev’essere stato il fattore scatenante che l’ha indotto ad uccidere tutte ragazze di quell’età. Per compensare la mancanza che sentirà della figlia.

Ma io boh.

Sta di fatto che nel cantiere dove si recano Will trova qualcosa che non gli torna nei documenti che analizza e il nome di Garret Jacob Hobbs non gli piace molto.

Decide di recarsi a casa di questo Hobbs.

La cosa che amo di Hannibal è che non c’è mistero nella risoluzione dei casi, non si fanno indagini lunghe, non ci si impiega una vita a trovare il killer.

Quando Will dice un nome, quello è il killer. Lo prende sempre e lo prende subito.

Questo è sì assurdo quando si considera che avrà Hannibal a fianco ogni giorno e ci metterà un bel po’ ad accorgersi di chi è.

Ma la suspension of disbelief qui è più che possibile, perché col sentimento che si crea tra loro ci sta che Will abbia le fette di salame sugli occhi e pure nel cervello.

E con Hobbs Hannibal crede a Will all’istante!

In tutto il trambusto di gente orribile che fa cose orribili in questa serie si fa fatica ad estrapolare le cose belle, ma ce ne sono a iosa.

Hannibal non ha il minimo dubbio che Will ci abbia preso e senza farsi vedere telefona a Hobbs per avvertirlo che l’FBI sa e sta per andare a prenderlo.

La telefonata scatena la scena finale di questo primo episodio che segnerà tutto il resto delle vite di questi due.

Will arriva a casa di Hobbs che quello ha già ammazzato la moglie. Will lo confronta mentre sta per uccidere la figlia, Abigail.

L’uomo riesce a tagliare la gola alla ragazza e poi Will gli spara, una, due, dieci volte. Per stare più tranquillo.

La quantità di colpi che Will scarica su Hobbs ha perfettamente senso. Ogni fotogramma di questa serie ha senso, cazzo.

Will riversa nell’omicidio di Hobbs il suo odio verso quella capacità che gli fa assumere il punto di vista di ogni assassino e lo trasforma ogni volta in un assassino diverso.

Ma in quella scarica di colpi Will ci mette anche quel suo sottile e segreto piacere che prova nel trasformarsi in quegli assassini.

Il lato oscuro di Will si sprigiona proprio lì nella cucina di Hobbs, quando Will lo trapassa con una decina di proiettili.

E Hannibal lo vede farlo.

Hannibal vede Will uccidere Hobbs, lo vede ricoperto del sangue di Abigail che è schizzato ovunque.

Hannibal ha letteralmente una visione di quello che potrebbe diventare Will se solo si abbandonasse ai suoi istinti e da lì in poi non penserà ad altro.

Will è sotto shock, Hannibal cerca di fermare il sangue che Abigail sta perdendo.

Arrivano ambulanza e polizia, il killer è preso, molte vite sono state salvate.

Ma da questo momento in poi per Will non ci sarà più scampo. Nessuno scampo da Hannibal, ma soprattutto nessuno scampo da se stesso e da quello che lui è.

A sera Will raggiunge Abigail in ospedale. La ragazza se la caverà, ma adesso è sola al mondo.

Will trova Hannibal addormentato accanto al letto di Abigail e in quel momento un legame si crea, indissolubile. Proprio qui in questa scena.

La colonna sonora sotto a questa scena conclusiva è la scelta perfetta, secondo me. Tutta la musica di questa serie televisiva rimane appiccicata ad ogni scena in un vero e proprio matrimonio d’amore.

Ma durante questa scena, in cui Will sembra già prendere in considerazione l’idea di adottare Abigail insieme a Hannibal, mi ricordo sempre ciò che disse Bryan Fuller e cioè che all’inizio aveva pensato di metterci sotto la canzone Wouldn’t It Be Good di Nik Kershaw.

Ora, non so se scherzasse o meno, ma quella canzone racchiude in effetti il leitmotif di tutta la serie, perciò non posso fare a meno di sentirla ogni volta che vedo quella scena, adesso.

Will desidera una famiglia, desidera essere padre.

Non è il più grande estimatore di esseri umani sulla faccia della terra, eppure vorrebbe guidarne uno nel mondo, lasciare qualcosa di sé in un’altra creatura.

Will ama i cani e ne ha adottati e salvati sette finora, l’ultimo proprio in questa puntata, l’adorato Winston.

Ma Will desidera anche essere padre di qualcuno a cui poter insegnare tutte le cose che sa.

E Abigail da questo momento in poi diventa la possibile figlia su cui concentrarsi.

Come detto, non c’è nulla di canonico in ciò che succede a questi personaggi creati da Fuller.

Alla base ci sono i lavori di Harris, certo, ma questo Hannibal e questo Will sono già qualcosa di straordinario e completamente a sé stante fin dalle prime battute.

E vedrete in che razza di storia ci siamo andati ad infilare.

 

Piccola perla che aggiungo in coda perché non posso non farla notare.

Hobbs fa una domanda a Will che Will ricorderà per il resto dei suoi giorni.

In punto di morte, dopo che Will gli ha scaricato addosso una raffica di colpi, Hobbs gli chiede “See? You See?

E questa domanda ha un significato profondo che si capirà solo procedendo in avanti con la serie e con l’evoluzione di Will Graham.

See? Lo vedi cosa sei davvero? Lo vedi quanto simile a noi killer sei anche tu?

E ancora See? Apri gli occhi, guarda bene, non tutto è come sembra.

Questo riferito a Hannibal ovviamente, che Will ha appena conosciuto ma che ci metterà un bel po’ a vedere veramente.

Perché vedere, per Will, farà tutta la differenza del mondo.

VEDERE se stesso per quello che è, VEDERE Hannibal per quello che è.

Fine dell’aspetto serio di questa postilla.

In realtà ci tenevo a dire che oggi come oggi non posso evitare di vedere questa scena così:

Chi mi conosce SA.

In italiano così sarebbe perfetta.

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Scrivo da quando ho preso in mano una penna per la prima volta. All’epoca mi limitavo a ricopiare le lettere che vedevo, poi col tempo ho imparato a metterle insieme per comporre parole e da lì in avanti è stata tutta una discesa nel pozzo senza fondo della mia immaginazione e della mia logorrea.
Qui ne troverete svariati esempi.
Amo l’intrattenimento ma sostengo a gran voce i numerosi, necessari, abissali cambiamenti che deve fare per diventare un intrattenimento giusto per tutti.
Serie tv di cui potrei parlare per i secoli a venire: Hannibal, Our Flag Means Death, The Sandman…
Film della mia vita: Predestination, Big Fish, Donnie Darko, Men & Chicken…
I MIEI Videogiochi: Death Stranding, The Last of Us Part II, Little Nightmares.

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