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Alan Wake 2: Un bradipo straordinario

Alan Wake 2: Un bradipo straordinario

Ho finito Alan Wake 2. Non so nemmeno io da dove iniziare a raccontarvi i miei pensieri rispetto a questa storia. Quindi butterò giù tutto quello che mi viene in mente ripensando a quello che ho vissuto con i due personaggi principali, Alan e Saga in primis, ma anche con tutto il resto del cast che ha fatto da contorno. Inutile sottolineare che i due attori che li hanno interpretati sono stati magistrali e hanno sicuramente dato un’anima a questo secondo capitolo, arrivato 13 anni dopo il primo. Meglio tardi che mai!

Sin dall’inizio del gioco ho esternato ad alta voce le mie ipotesi riguardo a quello che succedeva episodio dopo episodio in Alan Wake 2.

Ma ogni volta ero costretta a cambiare idea perchè succedevano cose assolutamente inaspettate che cambiavano la prospettiva delle le mie ipotesi!

E ci sta tantissimo! Remedy si sa che ti lancia il biscotto e poi nasconde la mano.

E’ sempre tutto molto criptico. E anche quando pensi di aver capito tutto, con una scena ti smonta tutte le sicurezze del mondo!

Dopo aver conosciuto Alan nel primo capitolo, di cui coraggiosamente mi sono giocata anche i DLC, il rapporto tra noi due non è cambiato.

E te credo, dopo 13 anni ancora me lo so’ portato in giro bradipando! Speravo che oltre al restiling grafico, assolutamente mozzafiato, Alan sarebbe stato più agile e scattante.

Quanto me sbagliavo!

Però se ve la devo dire tutta, anche se durante il viaggio l’ho trattato malissimo, così come nel primo, in fondo,  molto in fondo, me sta pure simpatico.

Mi ha portato in una spirale di eventi interconnessi tra loro che ancora non ho capito fino in fondo.

Penso sia stato anche questo il fine ultimo di Remedy, farci credere di aver capito tutto, direzionandoci verso qualcosa, mentre Alan nei crediti finali tira fuori la carta della spirale.

Non scenderò nei particolari perchè potrebbe esserci qualcuno che lo deve giocare.

Mi limiterò a descrivervi meglio che posso i miei pensieri su questa sorprendente avventura.

Alan Wake 2 l’ho trovata un’esperienza straordinaria, che si distingue per la sua capacità di fondere narrazione avvincente, atmosfera inquietante e gameplay immersivo.

Questo sequel attesissimo da tanti è riuscito (almeno per me) a superare le aspettative, consolidando il suo posto tra i titoli più notevoli del genere thriller a forti tinte horror/psicologico.

La trama esplora le oscure profondità della mente umana, mi sono ritrovata in un mondo avvolto dal mistero e dalla suspense.

La narrativa è ricca di colpi di scena e di momenti di tensione, mantiene costantemente alta l’attenzione, anche nei momenti tranquilli ho percepito quasi sempre la presenza di qualcuno.

Mi sentivo osservata, circondata da rumori ambientali e nemici nascosti. Mai veramente pronta allo scontro quando succedeva!

La meccanica di gioco, fluida e ben studiata, mi ha permesso di esplorare ambientazioni dettagliate e affrontare sfide che hanno messo alla prova il mio ingegno e i miei riflessi.

Se non lo avete giocato consiglio vivamente una calcolatrice a portata di mano! Ne avrete bisogno!

Vogliamo parlare della performance degli attori in Alan Wake 2? Li ho trovati eccezionali!

Grande interpretazione da parte di Ikka Villi (Alan) Melanie Liburd (Saga) e Christina Cole (Alice Wake).

Senza nulla togliere a tutti in generale tipo Sam Lake (Alex Casey).

Tra personaggi secondari e principali tutti si sono distinti per qualcosa. Tutti dal primo all’ultimo nessuno escluso.

Il povero sceriffo Tim Breaker/Jack Joyce alias Shawn Ashmore, Martti Suosalo (Ahti).

I simpaticissimi personaggi della casa di riposo Valhalla, e i mitici Poets of the Fall (Old of Asgard).

Messi tutti insieme hanno dato vita a un film a un libro a una storia sorprendente che va al di là di quello che sembra. Difficile da dimenticare anche grazie a loro.

Parlando di Alan, Saga e Alice, le loro in particolare (per me) sono state interpretazioni che hanno dato vita a personaggi complessi e sfaccettati.

Bravi veramente bravi.

La recitazione, intensa e coinvolgente, è stata capace di trasmettermi una vasta gamma di emozioni e di rendere credibili anche le situazioni più surreali.

Mi hanno fatto sentire parte della storia e delle sue vicissitudini.

Ma un difetto ce l’ha ‘sto gioco? A parte Alan e la bradipanza (da non confondere con la pancia, Alan è magro!) recidiva!

E certo che ce l’ha! Mica tutte le ciambelle escono col buco perfetto!

Mi è dispiaciuto il bug tra sottotitoli e parlato spesso in desync, oppure si mutava addirittura l’audio.

Sul finale in una particolare situazione di indagine con Alan, che non sto a specificare (per non fare spoiler a chi ancora non lo avesse giocato) devo ammettere che un po’ di frustrazione l’ho provata.

A una certa non ci stavo capendo più niente!

A parte queste due cose mi alzo in piedi e faccio un applauso a Remedy.

Confezionando una narrativa avvincente, una colonna sonora eccezionale e interpretazioni attoriali di alto livello hanno creato un titolo immersivo e brillante.

E’ stata un’esperienza che rimarrà a lungo nella mia mente.

Len mi ha anche detto che bisognerebbe giocare una seconda run per vedere il secondo finale.

Ma credo che il mio finale sia quello che voglio ricordare. Almeno per il momento, in futuro chissà…

Per ora vi saluto, con un pizzico di malinconia, e vi invito caldamente a recuperarlo se ancora non lo avete fatto.

Sia il primo (che io ho recuperato 7 anni fa) che questo.

E’ un’esperienza di gioco intensa e ben realizzata, una scelta imperdibile se vi piacciono thriller a tinte horror/psicologici.

A presto!

 

 

 

 

 

 

 

 

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Condivido la mia passione per i videogiochi le serie tv e i film...adoro gli horror in generale...quando riescono a trasmettermi tensione!

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